La neoeletta Presidente del Comitato delle regioni Mercedes Bresso ha raccomandato di non trasformare la politica europea di coesione in un mero strumento di attuazione della nuova strategia europea per il 2020 in materia di crescita e di occupazione. Rivolgendosi agli alti organi decisionali dell’UE e ai ministri degli Stati membri responsabili della Politica regionale, presenti alla riunione informale di Saragozza (Spagna), la Presidente Bresso ha insistito affinché gli aiuti regionali dell’UE rispondano innanzi tutto alle esigenze delle regioni e delle città europee.
Su invito della presidenza spagnola dell’UE, i ministri degli Stati membri responsabili della Politica regionale, il neo commissario europeo alla Politica regionale Johannes Hahn, la presidente della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo Danuta Hübner e la Presidente del Comitato delle regioni Mercedes Bresso hanno discusso del futuro della politica di coesione in un contesto economico e politico in evoluzione.
In vista del dibattito sulla strategia dell’UE per il 2020, che sostituisce la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, la Presidente del CdR Bresso ha sottolineato che la politica di coesione può indubbiamente dare un contributo a questa strategia, ma non deve essere assorbita al suo interno. Per poter garantire risultati concreti sul piano locale, i fondi e i programmi di cooperazione esistenti non possono essere trasformati in strumenti di attuazione di obiettivi fissati a livello centrale. “Il Comitato delle regioni insiste sulla distinzione che occorre tracciare tra la politica di coesione, che è, ai sensi del Trattato, una politica di sviluppo dell’Unione europea, e la strategia dell’UE per il 2020. La politica di coesione non deve essere considerata un mero strumento al servizio della strategia dell’UE per il 2020. Per riflettere il suo valore politico, sarebbe opportuno dare vita ad un Consiglio formale dei ministri della Politica regionale”.
Mercedes Bresso, Presidente della regione Piemonte (Italia), eletta la scorsa settimana alla massima carica del CdR, ha ribadito che la politica di coesione “è volta a ridurre le disparità in quanto consente alle regioni di sfruttare tutte le loro potenzialità e di fare pieno uso delle loro risorse umane, economiche e naturali. Basata su partenariati e su una programmazione a medio termine, la politica di coesione è concepita in modo sufficientemente flessibile per rispondere alle varie sfide e tenere conto dei contesti in costante evoluzione cui devono far fronte le regioni europee”.
La Presidente Bresso ha inoltre sottolineato che l’aver messo fuori gioco gli attori regionali e locali è stato uno dei motivi principali per i quali l’UE non è finora riuscita a realizzare gli obiettivi di Lisbona. “La strategia di Lisbona si è rivelata estremamente deludente, e una delle ragioni evidenti di questo insuccesso è stata lo scarso coinvolgimento degli attori istituzionali, economici e sociali sul terreno. Questo messaggio non è stato recepito, al punto che la strategia dell’UE per il 2020 riconosce a malapena il nostro ruolo di partner. Ma in realtà noi siamo ben più che partner: noi siamo i cardini di questa strategia”.
Per quanto concerne la necessità di semplificare le norme di applicazione dei programmi regionali onde poter fronteggiare l’attuale crisi economica, la Presidente Bresso ribadisce l’impegno costante del CdR a favore di una riduzione della burocrazia: “A tale proposito, in tempi di crisi desidero sottolineare che non si tratta solo di una sfida amministrativa o contabile: è in gioco la sopravvivenza stessa di alcune regioni, delle imprese costrette ad attuare misure di ristrutturazione e, naturalmente, dei cittadini che vivono e lavorano in quelle regioni”.
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-02-25&newsletter_numero=1525#art5#art5