Consulta: ”qualcosa di patologico” in aumento ricorsi

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Il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, nella relazione sulla giurisprudenza costituzionale dell’anno scorso ha sottolineato in particolare i rapporti di contenzioso tra Stato e Regioni.
Amirante ha dichiarato che c’e’ un ”qualcosa di patologico” nel perdurante dell’alto numero dei ricorsi in via principale, vale a dire quelli che lo Stato compie contro leggi di Regioni e Province autonome o di queste contro leggi statali. I ricorsi in via principale alla Consulta sono stati nel 2009 110, un numero molto vicino a quello massimo di 116 raggiunto nel 2004, a fronte della inflessione che era stata registrata nel 2007 (52 ricorsi). ”Non credo – afferma Amirante – che i cittadini ritengano normale e proficua la frequenza delle controversie tra Stato e Regioni e il continuo intervento della Corte per definire i confini delle loro rispettive competenze legislative”.
L’aspetto patologico “si accentua con riguardo ad alcuni profili del sistema nel quale viene ad inserirsi”.
Per quanto riguarda le impugnazioni contro i provvedimenti legislativi dello Stato, “e’ diventato sempre piu’ frequente il ricorso all’Istituto della delega legislativa: Istituto antico, la cui utilizzazione e’ in alcuni casi necessaria, specie quando si tratta di testi unici coordinati relativi a materie caratterizzate da un alto tasso di tecnicismo. Cio’ che e’ relativamente recente, ma comunque precedente a legislatura in corso, e’ l’intensificarsi della prassi di prevedere decreti correttivi, da emettere in un tempo decorrente dall’entrata in vigore dei primi decreti, attuativi della delega”.
A questi ultimi, quindi, viene attribuito sin dall’inizio un ”carattere di provvisorieta”’. Ma, nonostante cio’, i decreti legislativi sono impugnabili davanti alla Corte costituzionale entro 60 giorni dalle Regioni e, a seguire, il presidente della Corte dovra’ fissare entro i successivi 90 giorni dal deposito la discussione dei ricorsi. ”Tutto cio’ – rileva Amirante – prima che sia decorso il termine per l’eventuale emanazione dei decreti legislativi, correttivi dei primi, emessi in virtu’ della stessa delega”.
Il provvedimento correttivo, poi, e’ frequente e richiede un nuovo esame della situazione. ”Tutto cio’ – aggiunge il presidente della Consulta – spiega la frequenza, soltanto dopo tali tortuosi percorsi, di pronunce da parte della Corte di cassazione della materia del contendere o di estinzione del giudizio per espressa rinuncia al ricorso”: nel 2009 i casi di cessazione della materia del contendere sono stati 39 mentre quelli di estinzione del giudizio per rinuncia 12.
“Tale sistema – denuncia Amirante – provoca disfunzioni, ritardi e complessivi sprechi, che non sono in grado di quantificare, ma certamente di notevole entità”. Il presidente della Corte ritiene dunque ”opportuno segnalare, in spirito di collaborazione, una situazione sulla quale possono intervenire le istituzioni che ne hanno il potere”.
Fonte: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-02-25&newsletter_numero=1525#art5#art5