Per i mutui, dal 1 gennaio 2009 tutte le banche, per legge, dovrebbero proporre ai clienti anche offerte che prevedono mutui variabili indicizzati al tasso BCE, ovvero con interessi calcolati in base al tasso d’interesse stabilito dalla Banca Centrale Europea (oggi dell’1%). Per i clienti è un vantaggio, perché il tasso BCE è meno soggetto agli scossoni del mercato e ai folli rincari dei periodi di crisi economica.
Gli istituti di credito italiani hanno in genere offerte di mutui variabili legati al cosiddetto tasso Euribor, ovvero un tasso interbancario (calcolato sulle offerte delle maggiori banche europee) molto più sensibile alle variazioni del mercato.
Dopo più di un anno dall’obbligo per le banche di offrire ai propri clienti anche mutui con tasso BCE, abbiamo voluto verificare se la legge è stata davvero applicata.
La legge è disattesa
Analizzando i foglietti informativi dei mutui di una ventina di grandi banche abbiamo potuto rilevare che ben poche si comportano davvero bene.
Due banche (CheBanca!, banca on line del gruppo Mediobanca, e UGF Banca) addirittura non offrono affatto per i mutui abitazione principale contratti indicizzati al tasso BCE, ma solo all’Euribor, come prima.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna non ha un mutuo variabile indicizzato al tasso BCE, ma solo un mutuo variabile con opzione (ovvero quelli che possono a scadenze precise essere rinegoziati e trasformati in mutui a tasso fisso), che non è, a nostro avviso, propriamente una corretta applicazione della norma.
Anche 45 euro in più a rata
Cinque banche (BPM, Banco Popolare, Banca Sella, Credem e Credito Valtellinese) applicano la stessa percentuale di spread su entrambi i tassi. Anche in questo caso, però, c’è da considerare che il tasso Euribor è in questo momento più basso di quello BCE; l’applicazione a quest’ultimo di uno spread uguale a quello su Euribor fa sì che gli interessi finali che l’utente deve pagare alla banca per un mutuo indicizzato al tasso BCE siano sempre più alti. Nella nostra simulazione, infatti, per un mutuo di 100.000 euro e di durata 20 anni mediamente si pagano circa 27 euro in più a rata col tasso BCE, con punte anche di 45,50 euro in più.
Le banche che si comportano bene
Non mancano, per fortuna, alcune eccezioni.
Banca Popolare di Vicenza applicando sul tasso BCE uno spread più basso di quello applicato all’Euribor, permette tassi finali allineati tra di loro, offrendo di fatto la possibilità al cliente di scegliere (senza perderci) anche un mutuo con tasso BCE.
Banca Etruria addirittura afferma che determinerà uno spread sul tasso BCE in modo che il tasso finito sia uguale a quello calcolato con l’Euribor.
Denunciato il tutto alla Banca d’Italia.
A fronte della nostra indagine riteniamo ci siano chiaramente i presupposti per l’applicazione di una sanzione amministrativa da parte della Banca d’Italia ex articolo 144 e 145 del TUB (testo unico in materia bancaria) come peraltro previsto dallo stesso comma 5 dell’articolo 2 della legge 2/2009.
Abbiamo inviato una segnalazione con i dettagli della nostra inchiesta alla Banca d’Italia; vi terremo informati sugli sviluppi.
Fonte: http://www.altroconsumo.it/mutui/mutui-a-tasso-variabile-le-banche-dribblano-il-tasso-bce-s268373/nm-newsletter-p250293/prm_id_c/3091.htm