La scuola quando ha l’occasione di concretizzare i suoi propositi formativi si rivela allo stato dei fatti “matrigna”. Infatti nell’esplicazione dei PON (Programmi Operativi Nazionali), finanziati con risorse della Comunità Europea, alle istituzioni scolastiche è consentito di reclutare personale esterno all’amministrazione al fine di realizzare gli obiettivi previsti da tali progetti.
Le linee guida dei suddetti programmi operativi prevedono che i dirigenti scolastici, di concerto con il collegio dei docenti ed il consiglio di istituto, indichino idonei criteri di scelta per graduare i curricula richiesti agli esperti esterni mediante bandi pubblici.
Le attività degli esperti consistono in prestazioni di docenza inerenti al tipo di progetto realizzato, che richiede la partecipazione di varie professionalità esperte nelle discipline compatibili al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Comunità Europea.
Nulla quaestio per quanto riguarda i bandi richiedenti figure professionali del mondo socio-economico, atteso che la gara si svolge regolarmente fra giovani che mettono in bella mostra i loro curricula, articolati con l’indicazione dei master e dei vari stage svolti. Giammai un capitano di industria penserebbe di partecipare ad una gara pubblica, ostentando la sua lunga esperienza lavorativa, per la modica cifra di €. 80,00 (lordo onnicomprensivo) per ogni ora di docenza; lascia giustappunto tale opportunità ai nostri giovani laureati.
Mentre così non è per quanto riguarda i bandi per gli incarichi di docenza di discipline del mondo scolastico in senso proprio (matematica, lingue, Italiano, latino ecc…), considerato che tali bandi hanno visto la partecipazione di una miriade di docenti in pensione che hanno pensato bene di partecipare e “vincere facile” approfittando del criterio di scelta dell’esperienza lavorativa.
Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, premesso il primario interesse per l’istruzione, la formazione e l’orientamento degli allievi, invita tutti i soggetti attori nella progettazione dei PON a riconsiderare i criteri di scelta delle figure professionali esterne, eliminando gli sbarramenti anagrafici previsti per la partecipazione ai concorsi pubblici e lasciando più spazio ai giovani.
Tali determinazioni non solo conferirebbero nuova linfa vitale al sistema dell’istruzione, ma consentirebbero agli operatori scolastici di realizzare concretamente ciò che la scuola dell’autonomia auspica:la realizzazione del cittadino socialmente idoneo.
Giovanni D’Agata Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore”