Le piccole e medie imprese italiane in materia di pagamenti da parte di Enti pubblici e di grandi imprese hanno dei grossi problemi. Secondo quanto messo in evidenza dal Segretario Generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, in Audizione alla Camera, rispetto alla media europea le PMI italiane attendono per ben 31 giorni in più prima di ricevere i pagamenti da parte dei grandi committenti, mentre per la Pubblica Amministrazione, e non è una novità, i tempi sono biblici e per la precisione pari in media a 128 giorni rispetto ad una media europea di 65.
E visto che, secondo Cesare Fumagalli, i “cattivi pagatori” mettono le PMI nelle condizioni di non farcela, è necessario che vengano messe a punto delle norme severe; la situazione s’è fatta in merito più grave con la crisi degli ultimi due anni, visto che molte piccole e medie imprese si sono ritrovate con posizioni liquide zero, spesso sottozero, nonostante la maturazione di crediti verso la PA ed i grandi committenti i cui termini di pagamento erano scaduti da un bel pezzo.
Nello specifico, la Confartigianato chiede una “stretta” sulla Pubblica Amministrazione, introducendo e rafforzando l’inderogabilità dei termini affinché la piccola e media impresa possa essere pagata. Inoltre, l’Associazione degli artigiani, nel rapporto contrattuale tra i privati, caldeggia l’introduzione di una sanzione una tantum, ovverosia forfetaria, pari al 5% dell’importo non pagato cui vanno aggiunti i “classici” interessi di mora per ritardato pagamento.
Le PMI, non a caso, sono molto spesso costrette al fine di recuperare il credito ad agire per via giudiziaria assumendosi costi anche di natura amministrativa al fine di disincagliare crediti i cui termini di pagamento sono scaduti, ma che sono praticamente incagliati, ovverosia in sofferenza, e mandano letteralmente la piccola e media impresa in uno stato di asfissia finanziaria.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/ritardo-pagamenti-confartigianato-chiede-leggi-severe/25629/