Prosegue l’evoluzione degli Studi. In Gazzetta Ufficiale i nuovi 69

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La parte del leone la fanno i servizi. Rilevante l’approvazione della prima elaborazione su base regionale
Sono in Gazzetta Ufficiale i decreti del ministro dell’Economia e delle Finanze del 12 marzo 2010 che approvano 69 studi di settore, applicabili a decorrere dal periodo d’imposta 2009. Approvate anche tre nuove “territorialità specifiche” che consentono di differenziare la stima di ricavi e compensi in funzione delle realtà locali, e gli aggiornamenti relativi alle aree territoriali omogenee e ai minimi provinciali per gli studi dei professionisti, per tener conto di modiche comunali e provinciali.

I 69 studi di settore costituiscono l’evoluzione di altrettanti studi già in vigore; in particolare, per 5 studi si tratta della prima evoluzione, per 58 studi della seconda revisione, mentre per 6 studi l’evoluzione costituisce la terza revisione. La parte del leone la fanno gli studi dei servizi, precisamente 24 studi sono relativi ad attività economiche di tale comparto, 21 interessano il commercio, 12 studi attengono ad attività economiche del settore delle manifatture e 12 sono relativi ad attività professionali. Approvati, in via definitiva, anche 3 studi di quest’ultima macroarea economica, gli studi di settore UK02U – Studi di Ingegneria, UK06U – Revisori contabili, periti e consulenti e UK17U – Periti industriali, evoluti nel 2007 e, in precedenza, approvati in applicazione monitorata.

L’approvazione dei 69 studi di settore permette di rispettare i tempi di revisione triennale, richiesta per l’esigenza di mantenere la loro rappresentatività rispetto alla realtà economica cui si riferiscono, e consente anche di dare attuazione al programma di restyling degli studi per il periodo d’imposta 2009, contenuto nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 gennaio 2009.

Novità rilevante è l’approvazione della prima elaborazione degli studi di settore su base regionale introdotta, in attuazione del federalismo fiscale, dall’articolo 83 ai commi 19 e 20 del Dl 112/2008, convertito nella legge 133 dello stesso anno.

Il debutto di questa nuova versione dello strumento studi di settore è toccata allo studio relativo alle Costruzioni – UG69U, evoluzione dello studio TG69U.
Da un punto di vista metodologico, le imprese del settore sono state preventivamente isolate in gruppi omogenei, secondo la tradizionale analisi statistica utilizzata per l’elaborazione degli studi di settore, e, successivamente, ripartite a livello regionale, prediligendo le informazioni di natura strutturale. Attraverso questo tipo di indagine, sono stati individuati 408 gruppi omogenei, rappresentativi dei modelli organizzativi delle imprese del settore, in modo da far emergere le specifiche condizioni di svolgimento dell’attività a livello locale.
Per ogni gruppo omogeneo sono state quindi definite le specifiche funzioni di ricavo.
In fase di applicazione dello studio di settore UG69U, avuto riguardo all’approccio metodologico adottato, l’analisi discriminante, l’analisi di coerenza e quelle di normalità economica e di congruità si applicano su base regionale.

Il nuovo studio delle costruzioni rappresenta dunque una innovazione oltre che per la metodologia individuata su base regionale, anche in relazione al percorso seguito, nella fase di valutazione del prototipo, che ha visto attivamente coinvolti, oltre alle organizzazioni di categoria, anche gli Osservatori regionali.
Il coinvolgimento, nella suddetta fase di test del nuovo studio delle Costruzioni, degli Osservatori regionali, integrati da un rappresentante dell’Anci, per effetto del decreto ministeriale 19 maggio 2009, trova fondamento nel presupposto della capacità degli stessi di cogliere le specificità della realtà territoriale in cui operano le aziende del settore e nella conseguente possibilità di concorrere ad analizzare l’adeguatezza e il funzionamento dello strumento a livello locale.

Nei 69 studi di settore sono state introdotte, altresì, ulteriori e numerose novità di carattere metodologico. Di seguito si segnalano le più rilevanti:
definitivamente superati i vecchi indicatori di normalità economica, elaborati ai sensi del comma 14 dell’articolo 1, della legge 244/2007, e introdotti, per tutti gli studi in applicazione per il 2009, gli indicatori di normalità economica elaborati ai sensi del comma 13, della stessa legge. Gli indicatori da comma 13 costituiscono un valido supporto all’Amministrazione finanziaria nell’attività di selezione dei soggetti da sottoporre a controllo e, inoltre, hanno, analogamente a quelli individuati per gli studi di settore approvati a decorrere dai periodi d’imposta 2007 e 2008, l’obiettivo di dissuadere i contribuenti da una compilazione non corretta dei modelli
definizione di tre nuovi indicatori territoriali, risultato delle analisi delle territorialità specifiche che hanno consentito di differenziare le modalità di applicazione degli studi di settore e di renderli sempre più aderenti alla realtà economica di riferimento. In particolare, le predette analisi delle territorialità specifiche hanno consentito di individuare i seguenti indicatori:
“livello delle retribuzioni”
“livello del reddito disponibile per abitante”
“livello delle quotazioni immobiliari”.
Il primo indicatore, individuato a livello provinciale, consente di tener conto della diversa incidenza del costo delle retribuzioni sulla determinazione dei ricavi/compensi, in relazione alle specifiche realtà territoriali. L’indicatore relativo al “livello del reddito disponibile per abitante”, invece, consente di tener conto della capacità dei contribuenti di produrre ricavi/compensi, in funzione del diverso livello di benessere e grado di sviluppo economico che caratterizza il luogo in cui svolgono l’attività. A differenza del precedente, tale indicatore è stato individuato per ogni comune, per ciascuna provincia e ciascuna regione. L’ultimo indicatore, relativo al “livello delle quotazioni immobiliari”, individuato, in particolare, per gli studi di settore UG69U (Costruzioni) e UG40U (Valorizzazione Immobiliare), consente di differenziare il territorio nazionale sulla base dei valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione e aree territoriali.
L’individuazione dei tre specifici indicatori territoriali, e il loro utilizzo nelle funzioni di regressione dei 69 studi evoluti dal 2009, garantisce una sempre più precisa stima dei ricavi/compensi e quindi una maggiore attendibilità degli studi di settore quale strumento di accertamento
individuazione di una nuova modalità di valorizzazione del contributo dei soci amministratori. A seguito delle ulteriori informazioni richieste nei modelli per il periodo preso a base nella costruzione dei 69 studi di settore, è stato possibile affinare ulteriormente la stima, all’interno delle funzioni di ricavo, dell’apporto dei soci amministratori che prestano attività nella società in via prevalente e continuativa.

Aggiornate, inoltre, le aree territoriali omogenee, modificate a seguito dell’istituzione di 4 nuove province nella regione Sardegna (Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio), delle province di Fermo, Monza-Brianza, e Barletta-Andria-Trani, della modifica della provincia di Rimini e dell’istituzione del comune di Campolongo Tapogliano, con la conseguente soppressione dei preesistenti comuni, e i minimi provinciali per gli studi di settore TK29U (Studi di geologia), UK01U (Attività degli studi notarili), UK02U (Studi di ingegneria), UK06U (Revisori contabili, periti e consulenti) e UK17U (Periti industriali), integrati per effetto dell’istituzione delle citate nuove province.
Maria Rita D’Isanto
Francesca Nesci
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/prosegue-levoluzione-degli-studi-gazzetta-ufficiale-i-nuovi-69