Un buon investimento nell’educazione scolastica passa anche dalla Borsa. Per lo meno negli Stati Uniti dove alcuni gruppi specializzati nell’educational sono presenti a Wall Street. Il loro mercato di riferimento continua a crescere. Secondo i dati del Department of Education (DoE) le scuole private quotate in Borsa nel periodo che va dal 2005 al 2009 hanno fornito i loro servizi al 23% della popolazione scolastica americana. “Si tratta di un dato impressionante”, spiega uno studio firmato da Todd Young, analista azionario di Morningstar. “E questa tendenza potrebbe continuare”. La crisi economica che ha colpito gli Usa, infatti, sta spingendo sempre più famiglie a cercare un’educazione migliore per i propri figli, nella speranza che in futuro possano trovare un buon posto di lavoro.
L’esplosione delle scuole private è confermata anche dal calo degli iscritti in quelle pubbliche. Secondo uno studio della American School and University (un’associazione che raccoglie le società attive nell’educational) nel decennio 1998-2008 le seconde hanno registrato un aumento degli iscritti dell’1,6%. Un dato inferiore anche a quello previsto dal DoE che si attendeva un incremento del 2,6%. “Questo indica che la scuola tradizionale non riesce a mantenere la sua quota di mercato mentre il numero degli alunni potenziali sta crescendo”, continua Young. “La colpa è anche delle politiche di iscrizione di questi istituti che spesso sono molto restrittive per mantenere alto il profilo del proprio nome”. Il risultato è una crescita della richiesta per le scuole private, che non hanno regole particolari e punteggi minimi per la selezione degli studenti.
Tutto questo non significa che le private quotate non abbiano concorrenza. La più forte è rappresentata dai cosiddetti community college (si tratta di scuole biennali che accettano studenti della comunità locale e sono sovvenzionate da tasse comunali) che stanno aumentando la loro quota di mercato. Secondo uno studio del Department of Higher Education nello stato del Connecticut questo sistema scolastico nel 2008 e nel 2009 ha visto crescere del 7,8% la popolazione delle superiori. Nello stesso periodo, quella universitaria è aumentata dell’1,7%. “La minaccia da parte di queste istituzioni per le private, tuttavia, non è molto seria. I community college, infatti, danno una preparazione di soli due anni, mentre le quotate permettono di completare i diversi cicli di studi”, continua lo studio di Young. “Molti community college, inoltre, stanno firmando convenzioni particolari con gli istituti privati per permettere ai propri alunni di continuare a studiare”.
Dal punto di vista operativo l’analista consiglia prudenza. “Il settore delle scuole private quotate è destinato a crescere nel lungo termine”, dice Young. “Ma, nei prossimi due trimestri, potrebbe esserci una frenata. Se è vero infatti che la crisi economica sta spingendo molte persone senza lavoro sui banchi di scuola, bisogna anche tenere conto che una ripresa della congiuntura provocherà il movimento inverso. A loro vantaggio gioca la scarsità di risorse delle scuole tradizionali e la mancanza di volontà nel cercare nuovi iscritti”. Fra i gruppi che operano nel settore, l’analista segnala Apollo. “All’interno del comparto education è in grado di fornire una buona diversificazione”, spiega lo studio. “A livello geografico, le sue scuole sono presenti in molti stati americani. Gli istituti che controlla, inoltre, riescono a coprire tutti i livelli della scala educativa statunitense, dalle scuole primarie fino ad arrivare alle università”.
Fonte: http://www.morningstar.it/it/news/article.aspx?articleid=88308&categoryid=56&refsource=newsletter〈=it-IT