Tomaso Veneroso, Presidente CIIM USA: Made in Italy, fortissima presenza di imprenditori italiani residenti nel territorio statunitense

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Quello che stiamo vivendo è infatti un momento molto importante per gli imprenditori italiani residenti negli USA ed in particolare per gli start-upper, ovvero per coloro i quali stanno lanciando una propria idea imprenditoriale sul mercato, che hanno capito la lezione impartita dalla crisi, “La crisi è ‘servita’ “ secondo Veneroso “al substrato imprenditoriale americano, nel senso che ha riportato gli start-upper al ‘back to basic’: creare prodotti ad alto valore aggiunto e venderli. Questo è stato dovuto soprattutto al prosciugamento dei fondi Venture Captial, che hanno visto i loro limited partners ritirare i propri capitale o non investirne di nuovi. Mentre negli ultimi mesi stiamo notando una piccola ripresa negli investimenti che ‘contano’ (cioe’ quelli ‘seed-stage’ e ‘Round A’), abbiamo anche notato che il numero e la qualità delle nuove start-up, almeno a New York e San Francisco, sono aumentate sensibilmente: questo è dovuto probabilmente al fatto che molta piu’ gente di talento si è trovata a reinventarsi professionalmente e, allo stesso tempo, al fatto che ci si è concentrati più sul valore aggiunto e sui clienti che sulla ricerca di finanziamenti Venture Capital.”

Secondo Veneroso, anche in Europa ed in Italia arriverà un’ondata positiva per le start-up, che però rischia di essere frenata da alcune differenze tra il mercato USA ed Europeo del finanziamento in conto capitale, ovvero il famoso Venture Capital “Il VC americano” infatti “ tende a finanziare l’idea, il team e l’opportunità di mercato. Quello europeo o italiano si concentra spesso sulla valutazione finanziaria, che, a questo stadio, è praticamente impossibile fare. Spesso questo comporta che gli imprenditori si ritrovano con una quota di minoranza molto presto e quindi sono privi degli incentivi che sono alla base del modello americano.

Per la stessa ragione la maggior parte dei finanziamenti italiani sono in realtà di tipo ‘private equity’, cioe’ in aziende più mature che necessitano di fondi per finanziare le strategie di crescita, non di start-up.” Ed ancora “Il grande assente, in Italia, sembra essere il cosiddetto ‘Round A’, cioè quel finanziamento di capitale a rischio che di solito si aggira sui 4-10 millioni di dollari negli USA e che viene subito dopo il finanziamento ‘seed-stage’”.

L’intervista si conclude quindi con alcuni suggerimenti agli start-upper italiani “Investite in voi stessi, continuate ad imparare da tutto: scuola, libri, riviste, persone, Internet, viaggi, … Non pensate mai di avere finito di imparare e fatelo per conto vostro, da autodidatti: in altre parole, imparate ad imparare. Acquisite conoscenze di base di business al più presto, attraverso la formazione e l’esperienza professionale. Imparate anche a vendere, anche se siete dei tecnici: è fondamentale ispirare e vendere in ogni momento che parlate della vostra idea o del vostro prodotto. Imparate anche a capire cosa vuol dire soddisfare un cliente che ha pagato per il vostro prodotto. Non abbiate paura di proteggere troppo le vostre idee: il valore che potete ottenere parlandone con qualcuno che vi può aiutare è spesso superiore al quello del rischio che qualcuno vi rubi l’idea; alla fine quello che conta è l’esecuzione, non l’idea. Anche per questo motivo, costruitevi una rete di persone che vi possono aiutare e non dimenticate che la regola principale è, come dicono qui, “give first!” Comunicate a livello internazionale e globale, mai solo a livello locale: imparate le lingue e usatele. Sappiate prendere dei rischi, ma fatelo in modo ragionevole. Pensate in grande, ma iniziate con le piccole cose. Visitate i grandi centri dell’innovazione di mercato e tecnologica USA: San Francisco, New York, Boston, … Fatelo attraverso associazioni che vi possono connettere con le persone giuste o partecipando a programmi ad alto valore aggiunto comebcap.biz o Mind the Bridge.”

Fonte: http://www.finanzaediritto.it/articoli/tomaso-veneroso,-presidente-ciim-usa:-made-in-italy,-fortissima-presenza-di-imprenditori-italiani-residenti-nel-territorio-statunitense-5113.html