La Commissione europea ha deciso di chiedere alla Corte europea di infliggere un’ammenda all’Italia per il mancato rispetto di una precedente sentenza della Corte ( C-539/07) concernente le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate ai servizi di emergenza. Gli Stati membri sono tenuti a garantire che quando una persona chiama il numero unico di emergenza europeo (il 112) da un cellulare, le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza. La decisione della Commissione di deferire l’Italia alla Corte fa seguito a due avvertimenti precedenti della Commissione. |
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Neelie Kroes, la Commissaria per l’agenda digitale, ha dichiarato “Mi dispiace che la Commissione abbia dovuto chiedere alla Corte di imporre sanzioni finanziarie all’Italia, ma non posso non intervenire quando vedo che le inadempienze di un governo mettono a repentaglio la vita dei cittadini.È indispensabile che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza – spesso è una questione di vita o di morte.Alla stregua di tutti gli altri Stati membri, l’Italia deve rispettare gli obblighi vigenti per l’attuazione del servizio di emergenza “112”.”
Le informazioni sulla localizzazione delle chiamate sono indispensabili per garantire un intervento tempestivo in situazioni di emergenza, soprattutto per le chiamate effettuate con telefoni cellulari, quando la persona che chiama potrebbe non essere in grado di dire dove si trova, ad esempio se non si trova nel suo paese, ma in un altro Stato membro. Il 15 gennaio 2009 la Corte di giustizia dell’UE ha constatato che l’Italia non aveva messo a disposizione delle autorità chiamate ad intervenire in caso di emergenza le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate al numero unico di emergenza “112”, (C-539/07).Questa sentenza ha fatto seguito a un procedimento di infrazione avviato dalla Commissione nell’aprile 2006 ( IP/06/464). A seguito della decisione della Corte dell’anno scorso, la Commissione il 14 maggio 2009 ha inviato una lettera di costituzione in mora ( IP/09/774) e il 20 novembre 2009 un parere motivato ( IP/09/1784) chiedendo all’Italia di fare tutto il necessario per consentire la localizzazione delle chiamate al 112.Le autorità italiane hanno informato la Commissione che intendevano istituire un sistema di emergenza per la trasmissione delle informazioni necessarie per la localizzazione delle chiamate, che, tuttavia non è stato realizzato secondo i piani.L’Italia pertanto non si è conformata alla sentenza della Corte. Il mancato rispetto da parte dell’Italia delle prescrizioni relative alla corretta attuazione del sistema del numero di emergenza “112” costituisce una grave violazione della legislazione dell’UE che mette a repentaglio la vita e il benessere dei cittadini.Per questo motivo la Commissione ha deciso di chiedere alla Corte di giustizia dell’Unione europea di imporre una penale forfettaria calcolata in base al tempo trascorso dalla prima sentenza della Corte e una penale giornaliera fino a quando non si porrà rimedio alla situazione.Per calcolare l’importo dell’ammenda proposta alla Corte, la Commissione tiene conto della gravità dell’infrazione, del periodo trascorso dalla precedente sentenza della Corte e delle capacità di pagamento dello Stato membro interessato. |
Antefatti
A norma della direttiva “servizio universale” dell’UE (articolo 26) gli Stati membri hanno l’obbligo di garantire il corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo 112.Devono in particolare garantire che le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate destinate al “112” siano messe a disposizione dei servizi di soccorso.Dal 2005 la Commissione ha avviato procedimenti di infrazione concernenti la localizzazione delle chiamate nei confronti di 14 Stati membri;13 di questi procedimenti sono ora conclusi.Oltre all’Italia, la Corte di giustizia europea ha emesso sentenze nei confronti della Lituania e dei Paesi Bassi, che nel frattempo, tuttavia, si sono conformati alla sentenza della Corte consentendo alla Commissione di chiudere le cause in questione ( IP/09/1784, IP/09/1491). A norma dell’articolo 260 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (precedentemente articolo 228 del trattato CE), la Commissione può adire la Corte di giustizia dell’Unione europea quando uno Stato membro non si conforma ad una sua sentenza, proponendo l’importo della somma forfettaria e/o della penale giornaliera che desidera che la Corte imponga allo Stato membro interessato. |