Ci sono persone intelligenti, automobili intelligenti (vi dice niente la Smart?). Un po’ di tempo fa volevano addirittura convincerci che c’erano bombe intelligenti (in quest’ultimo caso, proprio non era vero, visti gli effetti). Oggi ci sono anche le città intelligenti, anzi ancora di più; smart, furbe, sveglie. Sono quelle città che puntano su uno sviluppo equilibrato, sulla migliore qualità della vita, su spazi urbani vivibili e buoni servizi. Ogni persona nel suo quotidiano sperimenta l’importanza di fattori immateriali essenziali, che vanno oltre le pure e semplici opportunità di lavoro e la ricchezza presente su un territorio. Si sceglie una città perché possiede un elevato capitale sociale, ambientale e culturale.
Un buon posto per viverci e lavorare non è semplicemente un territorio con tante imprese, tante infrastrutture, tanti luoghi per lo shopping. Come nel dipinto che raffigura la città ideale, simbolo del Rinascimento e dell’Umanesimo, le città smart cercano di riprodurre quei delicati equilibri che rendono un luogo piacevole e invitante, ben organizzato e nello stesso tempo stimolante e aperto alle innovazioni e alle idee.
Il marchio di città smart ha preso rapidamente piede negli Stati Uniti e in Canada e si sta diffondendo in Europa. Qui la rete di città smart potrebbe trovare il suo culmine in quanto gli antichi borghi medioevali e rinascimentali ben si prestano ad essere valorizzati e promossi in modo adeguato e intelligente. Formu PA, la manifestazione sulla pubblica amministrazione e sui servizi pubblici che si svolgerà dal 17 al 20 maggio a Roma), dedica a questo tema diversi approfondimenti ed eventi nel suo programma di quest’anno.
L’obiettivo è definire le caratteristiche che fanno di una città una vera e propria smart city. Le direttrici che caratterizzano questo “marchio doc” sono le seguenti: una mobilità sostenibile, dove sia possibile andare in bici, usare mezzi pubblici, avere possibilità di integrare i diversi mezzi di spostamento anche utilizzando risorse di infomobilità; attenzione all’ambiente, agli standard di verde pubblico, agli impatti ambientali che derivano dall’utilizzo di energia e di materie prime; poi una città smart è aperta al turismo e propone percorsi e itinerari che valorizzano i monumenti, i musei, l’architettura di qualità.
Infine si tratta di città che costituiscono delle vere e proprie economie della conoscenza basate sulle nuove tecnologie: aree tolleranti aperte a tanti stimoli, in grado di produrre aggregazione e circolazione di idee; infine una città smart mette al centro delle trasformazioni urbane l’obiettivo di migliorare la qualità e le condizioni di vita dei suoi cittadini.
Queste iniziative ci parlano di nuove traiettorie dello sviluppo; la competizioni urbana nel futuro sarà combattuta sul fronte della qualità dei servizi e del livello di intelligenza in grado di attrarre persone. E si sa, le città intelligenti attirano persone intelligenti producendo idee nuove, innovazione e saper vivere.
Autore: Marino Cavallo