Mondiali in orario d’ufficio? I responsabili aziendali dicono no

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In occasione dei Mondiali di calcio 2010, il portale Ciao.it ha voluto indagare le ricadute in termini di produttività sul lavoro di una categoria di tifosi alquanto particolare: i dipendenti d’ufficio e i responsabili aziendali. Può la passione per il calcio, soprattutto quando viene dell’alto, a vincere un ben noto tabù, ovvero la visione delle partite anche durante l’orario di lavoro?Secondo i risultati della ricerca, condotta tra capi ufficio italiani, tedeschi, francesi, olandesi, svedesi e spagnoli, ciò che prevale è una generale reticenza a concedere ai dipendenti il permesso di guardare le partite durante la giornata lavorativa.

Il veto è stato infatti confermato dal 53% degli intervistati di tutti i paesi coinvolti nella ricerca. Sono i paesi del Sud Europa i più sensibili al tifo per la propria squadra: mentre i datori di lavoro italiani sono divisi a metà, in Spagna il 60% degli intervistati guarderà le partite della nazionale con i propri dipendenti. Severissimi i tedeschi: tre datori di lavoro su quattro sostengono infatti la necessità di non distrarsi durante il lavoro, così come il 64% degli svedesi e il 60% dei francesi. L’Olanda si dimostra invece il paese con i capi più permissivi: ben il 70% permette che i loro dipendenti guardino tranquillamente le partite anche quando sono al lavoro.

In generale, ben il 40% degli Europei è interessato alla Coppa del Mondo. In paesi come l’Italia (49%), la Spagna (66%) e la Germania (41%) il calcio viene preso in modo molto serio e un cittadino su tre guarda comunque le partite durante i mondiali, anche se non particolarmente interessato. La febbre dei mondiali si può osservare anche su Internet: durante i Mondiali di calcio in Sudafrica si è assistito infatti ad un aumento del traffico, tra ricerche su informazioni e news, con dei picchi di 12,1 milioni di visitatori al minuto.
( di Tullio Matteo Fanti da PMI.it)