“Crescono a dismisura i poveri possidenti, +5% nel 2010, che vivono spendendo migliaia di euro per beni di lusso e non dichiarano al fisco quello che guadagnano effettivamente. Il 64% degli yachts che circolano in Italia, sono intestati a nullatenenti, o ad arzilli prestanomi ultraottantenni o a società di comodo, italiane o estere per evadere le tasse”. Lo rileva Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con lo Sportello del Contribuente monitora costantemente il fenomeno dell’evasione fiscale nella bella Penisola. E’ questo il dato diffuso oggi a Capri da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, all’apertura del secondo simposio internazionale al quale partecipano i massimi rappresentanti delle associazioni dei contribuenti dei principali paesi europei.
Secondo lo studio di Contribuenti.it, elaborato su dati de Lo Sportello del Contribuente e del Ministero delle Finanze, è emerso che la metà degli italiani dichiara non oltre 15.000 euro annui e circa due terzi non più di 20.000 euro; di contro, solo l’1% che dichiara oltre 100 mila euro e lo 0,2% più di 200mila euro.
Una fotografia che strida con i dati relativi ai consumi dei beni di lusso. La spesa per i cosiddetti “passion investiments” è cresciuta in Italia nel 2009 del 2,4% e nel primo semestre del 2010 del 4,8%. I “ricchi nullatenenti ed i poveri possidenti” hanno continuato a destinare nel 2010 buona parte della propria spesa nell’acquisto di beni di lusso tradizionali come auto di grossa cilindrata, yachts, gioielli e oggetti d’arte, nonostante l’introduzione del nuovo redditometro da parte del fisco.
E’ ora di finirla con modeste misure di contrasto all’evasione fiscale, come il nuovo redditometro – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – È necessaria un’illuminante politica di collaborazione con le associazioni dei contribuenti che operano da tempo sul fronte della Tax Compliance, generando una autentica cultura antievasione. Come è accaduto durante la crisi finanziaria del sistema creditizio, è necessario assegnare ai Prefetti un ruolo nel controllo nella lotta all’evasione fiscale con la costituzione di un osservatorio sulla Tax Compliance presso tutte le Prefetture e la partecipazione di tutti i diretti interessati: i rappresentanti delle società, i rappresentati del fisco e degli intermediari, i rappresentanti dei lavoratori ed i rappresentanti dei contribuenti, con il Prefetto che coordinerà il tavolo. L’osservatorio – conclude Carlomagno – dovrà migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti, per evitare che l’evasione dilaghi nel nostro paese”.
Fonte: http://www.contribuenti.it/