Distribuzione equa della ricchezza attraverso salari che crescono e si collegano agli utili aziendali in termini di partecipazione positiva al profitto, un modello di impresa sempre più attento al valore della persona, un modello di sindacato come soggetto attivo dello sviluppo e della diffusione del benessere, sono gli obiettivi del “Codice della partecipazione” presentato il 7 luglio scorso dal Ministro Sacconi. Il documento contiene una raccolta selezionata, ragionata e organica della normativa vigente e alcune delle buone prassi già sperimentate o da avviare nei prossimi mesi Quale documento aperto, il Codice sarà costantemente implementato e aggiornato attraverso i contributi che giungeranno dalle parti sociali e dagli esperti della materia. Il ricorso a tale strumento di “soft law”, che esalta il ruolo delle parti sociali e che si pone come una sorta di nuova frontiera delle tecniche regolatorie del diritto del lavoro, rappresenta un segnale di apertura del nostro sistema a istanze da tempo presenti nel Paese e ora recepite nel Libro Bianco sul futuro del modello sociale italiano dopo ampia consultazione pubblica. Questo significa che le parti riconoscono che sussistono “obiettivi comuni condivisibili”, primi fra tutti quelli della solidità competitiva della impresa e del rispetto e della valorizzazione del lavoro.