Il maxi-emendamento 78/2010 favorisce l’aggregazione delle imprese: gli utili investiti in un programma di rete con altre aziende non parteciperà al reddito della singola impresa fino al 2012. Ancora devono essere definiti i dettagli, ma il maxi-emendamento al dl 78/2010, appena approvato in Senato, definisce le agevolazioni fiscali per le imprese che si aggregheranno per rafforzare la propria competitività e la capacità innovativa sul mercato. La norma prevede infatti che gli utili che l’imprenditore destinerà agli investimenti in un contratto di rete stipulato con altre aziende non faranno parte del reddito complessivo dell’impresa. La misura, valida per i prossimi tre anni, indica comunque un tetto massimo per gli investimenti di un milione di euro e prevede un limite complessivo per tutto il territorio di 20 milioni nel 2011 e di 14 milioni per il 2012 e il 2013. L’iniziativa ha l’obiettivo di stabilire un percorso di crescita per le aziende italiane in questo periodo di chiusura della crisi economica, evitando la caratteristica frammentazione che in molti ambiti penalizza le attività d’impresa. Con lo stesso emendamento è stato infatti prevista la possibilità di delegare i poteri di gestione ad uno specifico soggetto che rappresenterà la rete nelle sue attività imprenditoriali e burocratiche. Per conoscere completamente i criteri e le modalità di attuazione si dovrà attendere il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.
di Alessandro Vinciarelli