Il delegato Anci sul sistema incentivi: “La soluzione migliore può essere quella di premiare solo gli impianti che realmente funzionano”. “L’esclusione degli investimenti in campo di energie rinnovabili e risparmio energetico dal patto di stabilità e l’istituzione di un fondo di rotazione dal quale i Comuni possano attingere per investire nel campo, in modo anche da adempiere agli impegni presi con la Comunità Europea sia nell’adesione al Patto dei Sindaci, sia nel raggiungimento degli obiettivi fissati e degli obblighi imposti dalle direttive“. Sono le richieste avanzate da Flavio Morini, sindaco di Scansano e delegato Anci all’Ambiente, pronunciate nell’audizione informale convocata dalla VIII commissione Ambiente della Camera, presieduta dall’onorevole Angelo Alessandri, che aveva come oggetto due risoluzioni riguardanti la realizzazione di impianti eolici. Morini nel suo intervento si è soffermato su cinque aspetti in particolare: “Gli investimenti vengano fatti dove c’è il vento – ha detto – dove sia sicuro che le bellezze paesaggistiche dei vari territori non vengano attaccate. Ci sia inoltre una disciplina ferrea nel campo della legalità, il tema della incentivazione sia centrale e infine che vengano prese in considerazione le linea guida per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione da fonti rinnovabili previste dall’articolo 12 del decreto legislativo del 29 dicembre scorso e approvate in Conferenza Unificata l’8 luglio scorso”. Per Morini “è importante proseguire con l’energia da fonte rinnovabile, l’eolico rientra in questo discorso, attenzione però a rispettare la vocazione di un territorio. Il tema della legalità – ha sottolineato il delegato Anci – è un tema cogente e innegabile, ma non può essere affrontato solo rispetto a una tipologia di rinnovabile, il quadro deve essere allargato”. Altro tema affrontato in audizione è quello riguardante l’incentivazione premiante. L’Anci in un documento ha esposto le criticità nel meccanismo attuale “ritenuto eccessivo rispetto alla produzione effettivamente rilevata e che dipende anche dalla sostenibilità stimata del progetto presentato e dalle caratteristiche e specificità del territorio ospitante e non da una ipotetica inefficienza di base dell’eolico rispetto ad altre fonti rinnovabili”. Morini ha sottolineato “come la soluzione migliore sia quella di premiare, di incentivare solo gli impianti che realmente funzionano e sopratutto di investire maggiormente in tecnologie diffuse a livello di utenza finale, ovvero di piccoli impianti distribuiti e non impattanti, in questo caso il micro e il mini eolico”. Riguardo il tema delle linee guida approvate in Conferenza Unificata per Morini “sono la base dalla quale partire”. “Esse sono finalizzate – ha spiegato il delegato – ad armonizzare un quadro regolatorio e normativo oggi frammentato e disomogeneo a livello regionale, e stabiliscono i processi autorizzatori per le diverse tipologie e grandezze di impianto considerato, oltre che le misure di mitigazione e quelle compensative per gli enti locali ospitanti l’impianto”.
(am) http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=808285&IdDett=24893