Inesigibilità e svalutazione dei crediti

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di Nicola Santangelo

Giunti a metà anno 2010, momento in cui – secondo gli esperti – le imprese avrebbero definitivamente superato la congiuntura, le aziende e gli imprenditori che non si sono arresi e che sono determinati a sostenere la propria attività sfruttando, hanno a disposizione soluzioni fiscali e di business per contrastare la crisi. Vediamo quali:

* incentivo Tremonti-ter per la deduzione del 50% sul costo di acquisto di macchinari nuovi;
* deduzione interessi passivi entro il 30% del risultato operativo lordo di ammortamenti e canoni leasing, e possibilità di rimandare agli esercizi successivi la quota eccedente (solo per le società di capitali);
* svalutazione rimanenze: il minor valore attribuito alle rimanenze è deducibile da Ires e Irap;
* sospensione per dodici mesi del pagamento della quota capitale della rata del mutuo o di canoni di leasing immobiliare;
* rateizzazione imposte e somme iscritte a ruolo;
* riduzione del costo del lavoro;
* incentivazione vendite e fidelizzazione cliente.

Quest’ultima strategia è sicuramente quella più perseguita dalle Pmi. Nella maggior parte dei casi, infatti, la mission delle imprese è vendere il proprio prodotto o servizio ed ampliare il portafoglio clienti, per impiantarsi con maggior stabilità nel mercato.

Di questo viene dato mandato ai sales engineer, professionisti ed esperti delle vendite dotati di un adeguato grado di autonomia operativa che, analizzando la richiesta dei clienti, mirano a concludere contratti, creare nuove opportunità di business e raggiungere gli obiettivi quantitativi e qualitativi assegnatigli.

In pratica, alle imprese clienti vengono offerti sconti aggiuntivi in caso di acquisto di elevate quantità di articoli e, al contempo, si accendono debiti verso i propri fornitori. Parallelamente a ciò si evidenzia un sostanziale aumento al valore della produzione.

Obiettivo: aumento di commesse e ricavi, soddisfazione dei clienti e dilazione sui tempi di pagamento da parte dei fornitore. Ma attenzione, perché con l’incremento delle vendite e dei crediti verso i clienti, l’aumento del rischio di insolvenza da parte di questi ultimi diventa direttamente proporzionale: è assodato che la crisi abbia comportato una maggiore incidenza dei crediti esigibili, per cui diviene importante che l’imprenditore tenga conto di un accantonamento per rischi su crediti.
L’articolo 2426 del Codice Civile prevede l’iscrizione in bilancio dei crediti al valore presumibile di realizzazione. Per i crediti non incassati per insolvenza del cliente, è prevista la deducibilità ai fini Ires.

Fonte: http://www.pmi.it/contabilita-e-fisco/articoli/7248/inesigibilita-e-svalutazione-dei-crediti.html