Cassazione: La fusione societaria implica il reintegro del dipendente ingiustamente licenziato

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Se un’azienda viene incoroporata da un’altra, il lavoratore ingiustamente licenziato potrà essere reintegrato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 19000 del 2 settembre 2010 che con tale decisione va a inserire un ulteriore tassello all’interno del quadro di tutela dei lavoratori dipendenti. Motivo della sentenza sarebbe stato il ricorso esposto da una ex dipendente, ingiustamente licenziata appunto, e successivamente accolto. Nel caso in cui, invece, sia sopravvenuta la cessazione totale dell’attività aziendale, ci si dovrà limitare ad accogliere la sola domanda di risarcimento del danno. Spiega la Corte: “La fusione della società mediante incorporazione, di cui agli artt. 2051 e 2052 bis e ss. c.c. non determina sempre l’estinzione della società incorporata, nè crea un nuovo soggetto di diritto nell’ipotesi di fusione paritaria. In particolare, va rilevato che nella ipotesi di incorporazione di società ricore la fattispecie del trasferimento d’azienda ex art. 212 c. c. tutte le volte in cui l’intera impresa, o un ramo di essa, viene trasferita ad altro soggetto (cessionario) in presenza delle condizioni ampiamente esaminate dalla più recente giurisprudenza di legittimità”.