Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici; questo approccio può essere definito come Web 1.0.
In seguito, grazie all’integrazione con database e all’utilizzo di sistemi di gestione dei contenuti (CMS – ad esempio Joomla, WordPress, ecc.), Internet si è evoluta con siti dinamici.
Attraverso l’utilizzo di linguaggi di scripting come Javascript, degli elementi dinamici e dei fogli di stile (CSS) per gli aspetti grafici, si possono creare delle vere e proprie “applicazioni web” che si discostano dal vecchio concetto di semplice ipertesto e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.
La differenza tra Web 1.0 e 2.0, più che altro, sta nell’approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.
Il Web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell’autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire invariati (come forum, chat e blog, che “preesistevano” già nel web 1.0) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell’utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenuti multimediali.
Il Web 2.0 è, quindi, un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione del Web, rispetto alla condizione precedente.
Si tende ad indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente:
– blog,
– forum,
– chat,
– sistemi quali: Wikipedia, Youtube, Facebook, mySpace, Twitter, Gmail, WordPress, ecc..
Se prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e programmazione, oggi con i blog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione tecnica.
Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. A farla da padroni sui blog sono scrittori, giornalisti, artisti, ecc. con una preparazione informatica non particolarmente elevata.
Le tecniche utilizzate fino a ieri per tenere più tempo i visitatori su un sito web (stickiness, letteralmente l'”appiccicosità” di un sito, cioè la capacità di tenere “incollati” gli utenti ad esso) stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore. Attraverso le tecnologie di syndication (RSS, Atom, tagging) chi realizza contenuti fa in modo che questi possano essere fruiti non solo sul sito, ma anche attraverso canali diversi.
Un esempio di questi nuovi canali sono i feed, cioè delle liste di elementi con un titolo, che permettono il successivo collegamento ai contenuti informativi. Questi ultimi possono essere aggiornati e consultati di frequente con programmi appositi o anche attraverso i browser e quindi consentono di essere sempre a conoscenza dei nuovi contenuti inseriti su più siti senza doverli visitare direttamente.
Fonte: Wikipedia