Apple lancia la Apple-tv e il nuovo social network Ping

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Il multitouch arriva anche sul nano e l’iPad si aggiorna a iOS4 A chi si chiede quali gadget regalare a Natale, ogni anno a settembre Steve Jobs suggerisce qualche risposta. Prodotti Apple, ovviamente, e – nelle sue parole – belli da vedere, magici da usare, sempre più intriganti dei concorrenti. La presentazione si è tenuta ieri a San Francisco, una settimana prima del solito, magari per anticipare le novità dell’Ifa di Berlino, dove il meglio dell’elettronica consumer sarà in mostra da domani per cinque giorni.

I numeri
Il boss di Cupertino è apparso in ottima forma, ancora magro, ma rilassato e sorridente. E’ salito sul palco alle 19 ora italiana (le 18 a Londra, dove l’evento era trasmesso in diretta per i giornalisti europei) e ha snocciolato i suoi successi. Oltre 300 negozi Apple nel mondo, 120 milioni di apparecchi con iOS venduti, più di 6,5 miliardi di app scaricate dallo Store, al ritmo di 200 al secondo. Subito ha fatto i conti con i piccoli e grandi inciampi di Apple negli ultimi tempi: nessun accenno all’Antennagate (ma pare che il mese prossimo possa arrivare un iPhone 4 senza il famoso difetto di ricezione), poi la promessa di un aggiornamento software per risolvere il bug del sensore di prossimità e rendere di nuovo utilizzabile il modello più vecchio, l’iPhone 3G, che con il passaggio a iOS 4 diventava lentissimo. Si potrà scaricare dall’8 settembre.

Il software
Nuovo sistema operativo anche per l’iPad, che finalmente avrà le cartelle e il multitasking come l’iPhone, e potrà anche stampare. In uscita a novembre, iOS 4.2 permetterà poi di riprodurre canzoni e film registrati sul computer di casa tramite la rete wi-fi. Il sistema si chiama Airplay ed è una delle caratteristiche della versione 10 di iTunes. Nel logo non c’è più il cd: “lo abbiamo tolto – ironizza Jobs – perché tra poco si venderanno più album sul nostro store online che compact disc”. Oltre a qualche cambiamento nell’interfaccia, il nuovo iTunes introduce funzionalità che finora erano tipiche di Facebook e Twitter: con Ping è possibile seguire gli artisti preferiti e gli amici per scoprire la musica di cui parlano, ascoltarla e acquistarla. “iTunes è la comunità musicale numero uno al mondo, con oltre 160 milioni di utenti iTunes in 23 Paesi, e ora abbiamo aggiunto anche il social networking con Ping,” ha dichiarato Jobs. Ping consente agli utenti di seguire i loro artisti preferiti per scoprire cosa fanno, guardare le foto e i video che hanno pubblicato, consultare le date dei tour e leggere commenti su altri artisti e brani che ascoltano. Si può creare un profilo su iTunes per far sapere agli amici quale artista si sta seguendo, quali brani si stanno ascoltando e a quali concerti si intende partecipare. Ping funziona anche su iPhone e iPod touch: un colpo mortale a MySpace, in declino già da parecchio.

La famiglia
E finalmente si passa agli iPod. “Ne abbiamo venduto 275 milioni, siamo leader del mercato, ma non ci riposiamo sugli allori” – commenta Jobs. Così lo Shuffle si trasforma: giunto alla sua quarta versione, riprende il design con la clip di qualche anno fa e ai pulsanti aggiunge l’interfaccia vocale del modello precedente, che pronuncia artista e titolo delle canzoni. Il modello più piccolo della famiglia iPod ha 2 Gb di memoria, è disponibile in cinque colori e costa in Italia 55 euro.
Rinnovato, come da previsioni, l’iPod Touch, che adotta ora l’eccellente schermo, il giroscopio e il processore dell’iPhone 4. Arriva a copiarne anche le due fotocamere, una anteriore per le videochiamate via wi-fi e l’altra posteriore per registrare filmati (ma le foto sono solo a 960 per 720 pixel, come un telefonino di cinque anni fa). Perfetto per giocare, grazie a Game Center integrato nel sistema operativo (arriverà anche su iPhone e iPad), permette di sfidare altri giocatori in sessioni multiplayer e mostrare a tutti i risultati e i punteggi ottenuti. Con l’App Store, gli utenti possono accedere a oltre 250.000 app tra cui più di 65.000 giochi e titoli di intrattenimento. I prezzi del Touch quarta generazione partono da 239 euro per il modello da 8 GB.
Il colpo di teatro è però il nuovo Nano; quadrato, piccolissimo (quasi 4 cm di lato), diventa ora multitouch. Basta un dito per sfogliare gli album e navigare tra le foto, proprio come sull’iPod Touch. Ha la radio incorporata e si arricchisce di una clip per fissarlo agli abiti quando si fa jogging, ma certamente qualcuno penserà di utilizzarlo al polso come un orologio. Arriva, come gli altri iPod, la prossima settimana e costa 169 euro per la versione da 8GB, 199 per quella da 16GB.
Neanche un cenno per il Classic, che tuttavia rimane in produzione invariato: nella famiglia dei riproduttori multimediali Apple, è l’unico modello che conserva ancora la ghiera cliccabile, nata nel 2001 e diventata poi simbolo dell’iPod.

Apple riaccende la tv
Infine, come capita spesso, Jobs si riserva una sorpresa alla fine. “One more thing”, dice, e presenta uno scatolotto nero da una decina di centimetri di lato: collegato alla tv, permette di vedere film, video, immagini dal computer di casa o dal web. Nata quattro anni fa, l’Apple Tv è sempre stata un “hobby” per quelli di Cupertino, ma adesso, riveduta e corretta, potrebbe diventare un business. Negli Usa consentirà infatti di noleggiare film (a 4,99 dollari per le prime visioni) e programmi televisivi (a 99 centesimi), trasmessi in streaming via internet: “I nostri clienti – ha spiegato Jobs – non vogliono video amatoriali, ma in alta definizione, detestano perder tempo a sincronizzare i file col computer e si aspettano prezzi bassi”. In vendita da ottobre negli Usa, lo scatolotto costa meno di cento dollari e segna un’inedita alleanza con Murdoch (al momento, oltre a Disney, sono disponibili solo gli show di Abc e Fox) e con Netflix, il servizio di noleggio video online. E’ la risposta di Apple all’offensiva della tv firmata Google, che partirà entro l’anno, e al servizio Qriosity annunciato ieri da Sony a Berlino: audio e video acquistati rimangono in una “nuvola”, cui si collegano i gadget più diversi, dalla Ps3 alla tv all’impianto home theatre.

Apple si “tuffa” nei social network
Apple è ancora ben convinta che iTunes Ping sia una buona piattaforma di social networking, motivo per cui ha badato bene di sottolineare che nelle prime 48 ore dal lancio del servizio, integrato in iTunes 10, sono stati attivati oltre un milione di account Ping.
Il numero in sé è positivo, ma da più parti si è fatto notare che molti di questi account non sono stati attivati per scopi leciti ma per fare spamming pubblicitario. Non sembra questo l’unico problema di iTunes Ping, che continua a essere considerato promettente a patto che risolva alcuni suoi problemi.
Il collegamento con Facebook – Per farla semplice, non funziona. O almeno, non sempre. Non è colpa di Apple ma di Facebook, però il problema va risolto dialogando con Facebook stessa: difficile lanciare qualcosa di “sociale” che non possa interfacciarsi con il social network per antonomasia.
L’integrazione con altri social network – Non è detto che tutti vogliano farlo, ma la nostra attività in iTunes Ping potrebbe essere condivisa anche via Twitter o MySpace (che, tra l’altro, è il social network musicale di riferimento…).
Più libertà di espressione – Solo gli artisti possono scrivere post e tutti sappiamo che probabilmente non sono nemmeno i veri artisti a scriverli direttamente. Abbiamo già evidenziato che iTunes Ping non è un social network generalista e che Apple probabilmente non vuole una massa di vuote discussioni in libertà, ma questo presenta il rischio di demotivare chi vorrebbe usare iTunes Ping.
Più condivisione – Chi usa iTunes Ping può “segnalare” cose legate esclusivamente al contenuto dell’iTunes Store, ma la nostra “vita” musicale è molto più ampia. Perché non collegare iTunes Ping almeno con la nostra Libreria iTunes e permetterci di condividere cosa ascoltiamo (anche se non viene dell’iTunes Store), le playlist che creiamo e via dicendo?
Il confinamento in iTunes – Ha una sua logica perché iTunes Ping ruota tutto intorno a iTunes Store e perché in questo modo la piattaforma è un po’ più sicura e controllata di altre, però è limitante.

Fonti:
– http://www.lastampa.it/
– http://www.macworld.it/