“In Italia in 5 anni la fedeltà fiscale dei contribuenti è scesa di 11 punti passando da 28,94% a 17,73%”. E’ questo il quadro che è emerso da un’elaborazione effettuata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che ha ottenuto questo risultato analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo agosto 2005 – agosto 2010.
L’indice di fiducia dei contribuenti italiani rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell’amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l’analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed è costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%). Il dato ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto è l’indice della Tax Compliance. Più il valore e’ alto, più i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c’è da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni pacifiche delle controversie.
Concorre nel peggioramento dei rapporti tra fisco e contribuenti la burocrazia fiscale che costa ben 19,2 miliardi all’anno ai contribuenti italiani titolari di partita iva. Questo è il costo complessivo annuo che sostengono gli artigiani, i liberi professionisti e le PMI. Una “tassa occulta” di 5.036 euro l’anno. L’indagine condotta da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it ha preso in considerazione tutti i costi per la compilazione della dichiarazione dei redditi, IVA, Intrastat e sostituti d’imposta, degli studi di settore, del calcolo del redditometro, del disbrigo delle pratiche fiscali, del costo per l’acquisto dei software fiscali, della tenuta della contabilita’, della trasmissione telematica, della gestione dei crediti fiscali, degli avvisi bonari e delle cartelle pazze, delle istanze in autotutela, del contenzioso tributario, degli adempimenti per la privacy e per l’antiriciclaggio e della formazione del personale per gli adempimenti in materia contabile e fiscale.
Burocrazia fiscale che costa cara ai contribuenti italiani specialmente se messa a confronto con quella europea. Ogni contribuente italiano per esercitare una attività economica paga una “tassa occulta”, nel 2010, di 5.036 euro all’anno, contro i 1.320 euro dei francesi, i 1.270 euro dei britannici, i 1.210 euro dei tedeschi, i 1.160 euro degli spagnoli, i 1.070 euro degli olandesi ed i 850 euro degli svedesi.
Spesa che nel 2010 è ulteriormente aumentata del 4%, rispetto al 2009, a causa di nuovi e onerosi adempimenti fiscali previsti dall’Amministrazione finanziaria, mentre la qualità dei servizi pubblici è diminuita del 18%.
Secondo l’Associazione Contribuenti Italiani, per combattere l’evasione fiscale serve una riforma fiscale che deve passare attraverso la semplificazione del fisco attraverso la reintroduzione del concordato preventivo fiscale, già sperimentato in italia nel biennio 2003/4, che ha dato ottimi fritti, con l’ l’esonero dall’emissione dello scontrino fiscale, degli obblighi di tenuta delle scritture contabili e la determinazione delle imposte sul reddito in maniera preventiva.
”L’inefficienza della amministrazione finanziaria, l’applicazione spesso cervellotica di leggi, circolari e regolamenti vari – commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – richiede una svolta epocale. Bisogna tornare a guardare gli italiani non più come potenziali evasori, ma come cittadini che vantano dei diritti a fronte del pagamento delle imposte. Siamo favorevoli a sottoscrivere un patto tra fisco e contribuenti per riformare il fisco rendendolo piu’ equo, incentrando il rapporto sulla tax compliance, come avviene da tempo nei principali paesi europei, anziche’ sulle vessazioni, dando piena e concreta attuazione allo Statuto dei diritti del contribuente”.