Presentati alla Demo Conference due esempi di credit card del futuro. Hanno schermi a cristalli liquidi, sono multi-account e a inchiostro simpatico. Così sta cambiando lo strumento che ha rivoluzionato i pagamenti
DOTATE di schermi a cristalli liquidi e capaci di integrare suoni e immagini: saranno così, a quanto pare, le carte di credito del futuro. Quello che è ormai diventato uno oggetto di uso comune, spesso accusato di averci fatto perdere il contatto con il peso tangibile del soldo, sta evolvendo in qualcosa di più: un micro-computer, un terminale multi-account, uno strumento intelligente pensato per ridurre al minimo i rischi di clonazione. L’ultima prova dei fermenti in questo settore arriva dalla Demo Conference di Santa Clara, in California, uno dei principali trampolini di lancio per i produttori di tecnologie emergenti.
Quest’anno a conquistare pubblico e giuria è stata la Card 2.0 proposta da Dynamics, una start-up nata nel 2007 con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo delle credit card. Ma l’innovazione non viene solo da questi futuristi del pagamento virtuale: negli ultimi mesi giganti come Visa e MasterCard hanno messo a punto i loro ultimi modelli sfruttando i progressi della microtecnologia. Il tutto anche per contrastare la minaccia degli smartphone tutto-fare: i successi di mobile-commerce e mobile-banking (rispettivamente, gli acquisti e la gestione del proprio conto tramite cellulare) fanno infatti presagire un futuro in cui le carte di credito potrebbero addirittura scomparire dal nostro portafogli. La partita, come suggeriscono le novità in entrambi i campi, si gioca sul terreno della sicurezza.
C’era una volta la filigrana. Prima di assumere le sembianze di plastica che tutti conosciamo, la carta di credito è passata attraverso una lunga serie di trasformazioni. Il suo principio ispiratore viene fatto risalire al 1730, quando un mercante di mobili americano, tale Christopher Thomson, introdusse l’idea di rateizzare i pagamenti. La sua prima comparsa, però, avviene in letteratura ad opera dello scrittore statunitense Edward Bellamy: nel suo romanzo visionario “Guardando indietro, 2000-1887”, Bellamy non solo descrive il concetto di acquisto con carta, ma utilizza la parola magica “credit card” ben undici volte. I primi decenni del Novecento vedono la diffusione di titoli di credito stampati su fogli di carta filigranata; poi è la volta delle carte metalliche rilasciate da compagnie come Western Union, General Petroleum e AT&T, tutte relative all’acquisto di un unico prodotto. La carta intesa in senso moderno non compare fino al 1950, quando Diners Club Inc. mette sul mercato la prima variante che consente di comprare una varietà di servizi e prodotti. Da allora la strada è tutta in discesa, fino alla crisi finanziaria del 2008-2009 che ha cambiato, almeno in teoria, le regole del gioco.
Un salto nel futuro. Per quanto riguarda il mercato americano, gran parte della spinta all’innovazione deriva dallo scenario post Credit Card Act, la legge firmata dal presidente Barack Obama nel maggio 2009 per porre fine agli abusi degli anni passati. Ad aiutare banche ed enti finanziari a recuperare le sorti della moneta elettronica ci stanno pensando schiere di ingegneri e programmatori, impegnati nella creazione delle cosiddette carte di credito 2.0. Di queste carte fanno parte micro-chip, display a cristalli liquidi e complessi meccanismi di criptografia, il tutto nelle stesse dimensioni di oggi e persino in versioni resistenti all’acqua. Sullo schermo, un giorno, potrebbero comparire video tridimensionali a 360 gradi, da integrare a sistemi di registrazione vocali a scopo di identificazione.
Novità dalla Demo Conference. A Santa Clara gli sviluppatori di Dynamics hanno proposto due esempi di credit card 2.0, alimentate con batterie ai polimeri di litio: la MultiAccount e la Hidden. “Parliamo di carte programmabili che possono visualizzare informazioni, offrire maggiori garanzie di sicurezza e agire come più carte allo stesso tempo, riscrivendo ogni volta il loro nastro magnetico”, ha spiegato il direttore generale, Jeff Mullen. La MultiAccount ha due tasti integrati che consentono al proprietario di scegliere la modalità debito o credito e di gestire più conti correnti contemporaneamente. Con un pulsante si seleziona il conto a cui si vuole attingere, poi un segnale luminoso avverte dell’avvenuta sintonizzazione. L’opzione Hidden, invece, si basa sul principio dell’inchiostro simpatico: parte del numero di carta non è stampata, ma compare sullo schermo solo dopo che si inserisce un codice segreto attraverso il dispositivo stesso. A questo punto la Hidden è pronta per essere usata come una normale carta presso qualunque lettore magnetico. Dynamics, infatti, ha sviluppato la sua tecnologia in formato compatibile con i lettori attuali (Pos e sportelli automatici ATM), così da non dover richiedere la sostituzione o l’impiego di altri impianti. La novità è che, a pochi minuti dalla “strisciata”, le cifre elettroniche spariscono e l’ipotetico ladro si trova tra le mani un oggetto completamente inutile.
Le ultime da MasterCard e Visa. Anche i giganti delle carte di credito stanno promuovendo la sperimentazione di nuovi prodotti interattivi. Durante l’estate, ad esempio, MasterCard ha lanciato in Turchia la sua Debit Display card, che presto dovrebbe arrivare anche in Gran Bretagna. Si tratta di una carta con due aggiunte hi-tech implementate da NagraID: un piccolo schermo a cristalli liquidi e un pulsante touch integrato. Premendo il tasto, si genera un codice temporaneo che aiuta a prevenire le frodi nel caso di transizioni online o telefoniche. Altrimenti è comunque possibile visualizzare una serie di informazioni, dal bilancio del conto ai limiti di spesa. Un’altra variante, ancora fuori mercato, è la card con tastiera e display (sia Visa che MasterCard hanno creato dei modelli). Si tratta di dispositivi che, oltre allo schermo lcd, hanno dodici tasti integrati che consentono all’utente di inserire un Pin e attivare così la carta. Altre sperimentazioni comprendono l’utilizzo di strategie multilivello che, messe insieme, rendono pressoché impossibile la clonazione. Esempi sono l’inchiostro ultravioletto, gli ologrammi e le immagini retroriflessive.
Lo smartphone, il nemico delle carte di credito. La questione della sicurezza è cruciale anche in riferimento alla modalità di pagamento che si propone di sfidare l’egemonia delle carte di credito: il mobile-banking. Il sistema si basa sull’utilizzo di dispositivi in stile smartphone e iPad per effettuare pagamenti che vengono addebitati sulla bolletta telefonica o direttamente sul conto in banca. Secondo le stime di ABI Research, nel 2014 oltre 400 milioni di persone useranno i telefoni mobili per transazioni finanziarie. A determinare il successo di queste forme di pagamento, già diffuse in alcune zone dell’America Latina e dell’Asia, saranno le novità nel campo della sicurezza. Gli occhi, in questo caso, sono puntati verso Parigi, dove a dicembre si svolgerà la CARTES & Identification 3, uno dei principali eventi sulla sicurezza digitale.
Fonte: http://www.repubblica.it/