Unicredit, dopo Profumo all’esame per le quote in mano ai soci libici

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Unicredit si prepara all’era post Profumo. Con una buonauscita di 40 milioni di euro, cifra che lo posiziona, secondo Il Sole24Ore, al secondo posto nella classifica delle liquidazioni record (primo è Cesare Romiti con 101,5 milioni del 1998), Profumo lascia un trono vacante che dovrà essere presto riassegnato. “Ho parlato con lui ieri, gli ho fatto molti auguri, mi sembra sereno e tranquillo”. È quanto ha detto Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni e consigliere di Generali, entrando nella sede del Leone di Trieste a Venezia per la riunione del Cda. “Non ho seguito bene la questione – ha aggiunto – sono sicuro che Profumo farà molto bene nel suo futuro”. Dopo avergli augurato “una eccellente carriera”, Scaroni ha proseguito affermando che «cambiare certe volte è una cosa molto positiva, fa mantenere giovani e pimpanti». Intanto sul nome del nuovo ad tutto tace. Malgrado le sollecitazioni di Bankitalia, allo stato resta improbabile che la scelta del nuovo amministratore delegato sia già pronta per il consiglio di amministrazione previsto il 30 settembre, nella sede di Bank Pekao a Varsavia. Anche se in banca le sollecitazioni del regolatore sono tenute nel debito conto, secondo le stesse fonti sarebbe “irresponsabile” privilegiare la rapidità della scelta a discapito della qualità della stessa. Nella sede centrale della banca, dove la riunione è attesa per il primo pomeriggio, sono arrivati il presidente Dieter Rampl e i vicepresidenti Luigi Castelletti e Fabrizio Palenzona, che in mattinata è stato visto entrare nella sede di Mediobanca, dove ha incontrato il presidente Renato Pagliaro. Qualunque sia il nome del successore, quello che più interessa è manterere lo status quo, proseguendo sullo stesso filone strategico portato avanti da Profumo, così come affermato dall stesso presidente Rampl. Filone strategico appoggiato anche da Vittorio Conti, vicario della Consob che chiede all’istituto di credito di continuare, come fatto fino a ora, ad assicurare al mercato e gli investitori «le informazioni in modo chiaro» e capire se “ci sono implicazioni operative, se per caso questo comporta un nuovo orientamento strategico e gestionale”. Parlando a margine di un’audizione alla Camera, Conti ha spiegato come le decisioni del cda sulle dimissioni di Profumo “sono state un passaggio di chiarezza” e “noi come autorità di vigilanza stiamo attenti soprattutto, in un tema totalmente interno al meccanismo di governance del gruppo, all’informazione dell mercato”. La Consob si esprime anche sulla questione delle quote in mano ai soci libici salite a 7,58% e difficili da esaminare in quanto “si tratta di un paese non europeo e che non possiede un’autorità di vigilanza dei mercati» omologa. Gli azionisti libici presenti nel capitale Unicredit sono Central Bank of Lybia con il 4,988% e Lia (Lybian Investment Authority) con il 2,594%, al di sotto quindi singolarmente della soglia del 5% stabilita dallo statuto Unicredit per il diritto di voto in assemblea. Conti ha spiegato che proprio con la Banca Centrale della Libia, la Consob sta lavorando. “Abbiamo ricevuto gli statuti dai libici dei due soggetti proprietari delle quote e le informazioni collaterali e da un punto di vista formale questi dovrebbero garantire che questa contaminazione nei processi decisionali non ci sia stata”.