Anche dai fiori secchi custoditi negli album possono venire informazioni sui cambiamenti climatici: lo ha dimostrato uno studio pubblicato dal Journal of Ecology, che a partire da esemplari di orchidee di diversi musei britannici ha ricostruito il comportamento della pianta al variare della temperatura media. I ricercatori hanno studiato 77 esemplari collezionati tra il 1848 e il 1958, che avevano tutti indicata con precisione la data e il luogo della raccolta, confrontandoli con i dati sulle temperature medie di quegli anni. Le osservazioni sui fiori sono state confrontate con quelle fatte sulle orchidee della stessa specie che crescono ai giorni nostri, che hanno mostrato un identico comportamento: per ogni grado in più di temperatura media la fioritura avviene sei giorni prima. «Quello che abbiamo dimostrato è che la risposta alla temperatura primaverile è rimasta costante, nonostante questa abbia avuto un’accelerazione dagli anni ’70 – spiegano i ricercatori dell’università di East Anglia – questo ci permette di migliorare le previsioni su come un ulteriore aumento possa influire sui fiori». Questo metodo apre la strada a nuovi studi simili in tutto il mondo, dove si stima che siano 2,5 miliardi gli esemplari di piante conservati soltanto nei musei, senza contare quelli degli appassionati.
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