Ior, il Vaticano si difende: “E’ tutto un equivoco. La priorità è l’assoluta trasparenza nelle operazioni finanziarie”

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Continua a lasciare ombre il caso Ior e il Vaticano si appresta a mettere le mani avanti.«Il problema con cui abbiamo a che fare – ha dichiarato il direttore della sala stampa della Santa sede, Padre Federico Lombardi in una lettera indirizzata al Finacial Times – è stato causato da un equivoco, che ora si sta esaminando, tra lo Ior e la banca che ha ricevuto l’ordine di trasferimento». La banca vaticana è stata accusata di sospetta violazione della normativa antiriciclaggio per aver rischiesto al Credito artigiano di eseguire due bonifici di 3 e 20 milioni di euro, senza indicare l’identità dei propri clienti. Tra gli indagati anche il presidente della Banca vaticana, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale Paolo Cipriani. La questione non è nuova per la Banca vaticana. E’ da tempo, infatti, che la Banca d’Italia tiene sotto esame i conti dell’isituto soprattutto in vista del fatto che lo Ior, essendo inseirta nella lista dei paesi extracomunitari, deve sottostare alle direttive imposte dall’articolo 28 del decreto 231 del 2007. Decreto che obbliga, appunto, a fornire i dati dei propri clienti in virtù del principio di trasparenza dei trasferimenti. Nessuna preoccupazione traspare dai vertici vaticani. Sempre da quanto dichiarato da Padre Lombardi, la Santa sede «ribadisce la sua completa fiducia nel manager dello Ior, e il suo desiderio di assoluta trasparenza nelle operazioni finanziarie in cui è impegnato l’istituto, in conformità con le procedure e le norme necessarie oggi per garantire la sicurezza e la trasparenza delle transazioni in materia di finanza internazionale». In precedenza il direttore della Sala stampa della Santa Sede spiegava che «lo Ior non è una banca nella definizione corrente del termine. Si tratta di un istituto che amministra il patrimonio delle istituzioni cattoliche, che mirano a promuovere un apostolato religioso e di carità a livello internazionale. Lo Ior è situata nel territorio della Città del Vaticano, al di là della giurisdizione e la sorveglianza delle varie banche nazionali. Il suo status particolare – rileva ancora il portavoce vaticano – significa che la sua posizione nel sistema e i regolamenti della finanza internazionale impongono una serie di accordi per stabilire le procedure necessarie per la Santa Sede al fine di essere inclusi nella ‘white list’ dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico- questo è particolarmente vero alla luce delle nuove norme stabilite dall’Unione europea per combattere il terrorismo e il riciclaggio del denaro».