Elettricità: individuati 166 milioni di euro di incentivi indebitamente percepiti da impianti a fonti assimilate o rinnovabili

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Individuati 166 milioni di euro di incentivi indebitamente percepiti da impianti a fonti  assimilate o rinnovabili; le somme recuperate andranno a favore delle  bollette dei consumatori.  E’ questo il bilancio  dell’attività di controllo svolta negli ultimi cinque anni dall’Autorità per l’energia con la collaborazione della Cassa conguaglio per il settore elettrico (CCSE).  All’interno della Cassa è stato infatti  creato  un apposito Comitato di esperti, presieduto dal Commissario della CCSE Salvatore D’Amato, che ha definito il Regolamento per l’effettuazione delle verifiche e proceduto alla selezione, tramite bandi, di un pool di esperti verificatori indipendenti, di alta qualificazione professionale.
Nel dettaglio, dall’inizio dell’attività di verifica sono 130 le ispezioni effettuate, su un parco di centrali per una potenza complessiva  di 9.350 MW, il 43% circa costituito da impianti alimentati da fonti assimilate (Tav.1). “A seguito di queste verifiche – ha sottolineato il Presidente dell’Autorità Ortis, nel corso dell’odierno seminario presso il GSE sul bilancio dei risultati ottenuti – è stato possibile avviare azioni di recupero amministrativo di incentivi, indebitamente percepiti, per circa 166 milioni di euro; di questi, più di 110 milioni sono già stati versati. Il tutto si è sviluppato con efficienza, perché il costo per i controlli effettuati è stato inferiore a 1,5 milioni di euro. I recuperi vanno a vantaggio diretto dei consumatori, a contenimento delle bollette”.  Oltre ai recuperi amministrativi, la campagna di accertamenti sugli impianti di produzione incentivati ha consentito di riscontrare: un rilevante effetto di moral suasion; l’efficacia di una formula di collaborazione che, attraverso il Comitato esperti ed i nuclei ispettivi, ha visto impegnati i più accreditati esperti del settore; una miglior definizione del quadro normativo, soprattutto con riferimento agli aspetti applicativi per i casi di verifica particolarmente complessi.
A partire dal 1° luglio 2010, in attuazione della legge 99/09, l’Autorità ha iniziato ad avvalersi del Gestore dei servizi energetici (GSE) per lo svolgimento delle attività tecniche di controllo, mirate all’accertamento e alla verifica dei costi degli oneri di sistema posti a carico dei consumatori. A questo fine l’Autorità ha previsto (delibere GOP 71/09 e 43/10) la continuità operativa del Comitato di esperti presso il GSE, nonché dell’Albo degli esperti ispettori che sarà ampliabile con nuovi bandi di selezione. In questo modo, ed anche attraverso l’approvazione di un Disciplinare di avvalimento per il GSE, l’Autorità ha inteso dare ulteriore impulso alle attività di controllo, ispezione e verifica rispetto all’utilizzo corretto ed oculato dei fondi messi a disposizione degli operatori, anche a sostegno delle fonti rinnovabili.
Tav. 1
Verifiche ispettive in materia di impianti di produzione incentivata svolte con la CCSE

(*)Le fonti energetiche ‘assimilate’ sono risorse di origine fossile; secondo il Cip 6, risultano alimentati da fonti assimilate: gli impianti di cogenerazione, gli impianti che utilizzano calore di recupero e fumi di scarico; gli impianti che utilizzano gli scarti di lavorazione e/o di processo; gli impianti che utilizzano fonti fossili prodotte esclusivamente da giacimenti minori.