I dati Istat sull’occupazione nel II trimestre 2010

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Nel secondo trimestre 2010 il numero di occupati (in termini destagionalizzati) risulta pari a 22.915.000 unità segnalando un aumento rispetto al trimestre precedente pari allo 0,1 per cento. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente la riduzione è stata pari allo 0,8 per cento (-195.000 unità), a sintesi di una sostenuta riduzione della componente italiana (-366.000 unità) e di una significativa crescita di quella straniera (+171.000 unità).

Persiste, nel confronto tendenziale, la forte riduzione del numero degli occupati nell’industria in senso stretto, soprattutto nel Nord: al sensibile calo dei dipendenti permanenti a tempo pieno si contrappone l’ulteriore incremento dell’occupazione a orario ridotto. Il tasso di occupazione è pari al 57,2 per cento, con una flessione di sette decimi di punto percentuale rispetto al secondo trimestre 2009.

Il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge (in termini desta-gionalizzati) 2.136.000 unità, con un aumento dell’1,1 per cento rispetto al primo trimestre (+24.000 unità). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente l’aumento è del 13,8 per cento. L’incremento tendenziale della disoccupazione si concentra nel Nord tra gli ex-occupati; nel Centro e nel Mezzogior-no tra gli altri gruppi dei disoccupati. Alla crescita della disoccupazione si accompagna un moderato aumento degli inattivi rispetto al secondo trimestre 2009 (+92.000 mila unità), sintesi di una lieve riduzione delle non forze di lavoro italiane e di un ulteriore incremento di quelle straniere.

Nella media del secondo trimestre 2010, il tasso di disoccupazione (destagio-nalizzato) è pari all’8,5 per cento, con un aumento di 0,1 decimi di punto ri-spetto al primo trimestre e di 1,0 punti rispetto al secondo trimestre 2009.

Oggi viene inoltre diffuso l’aggiornamento delle stime mensili relativamente al secondo trimestre 2010. I dati provvisori destagionalizzati, relativi a luglio 2010, mostrano rispetto a giugno 2010 una lieve discesa dell’occupazione (-0,1 per cento) ed una stabilità del tasso di disoccupazione (8,4 per cento).