Entro il 2030 dalle rinnovabili 20 milioni di nuovi occupati

0
320

Il direttore generale dell’IRENA, Helene Pelosse, ha confermato il buon andamento del mercato delle rinnovabili e la crescita dell’indotto occupazionale a livello mondiale. Secondo le sue stime entro il 2030 saranno circa 20 milioni i lavoratori occupati in tutti i comparti delle eco-energie. Le rinnovabili fanno bene all’occupazione. In tempi di crisi e recessione mondiale le prospettive lavorative offerte da tutti i comparti delle rinnovabili sembrano essere un solida certezza. A certificare il buon trend di crescita dell’indotto occupazione offerto in tutto il mondo dalle energie pulite ci aveva pensato già qualche mese fa l’Energy [ R]evolution , un rapporto presentato da Greenpeace e dall’ European Renewable Energy Council che aveva stimato in 12 milioni i posti di lavoro creati a livello mondiale tra vent’anni dalla “green economy”, di cui 8,5 milioni solo nelle rinnovabili. Stime che ora la International Renewable Energy Agency (IRENA) ha rivisto al rialzo, ipotizzando una crescita totale degli occupati nel campo della produzione delle energie pulite fino a 20 milioni di lavoratori in tutto l’indotto al 2030. A riferire le stime è stato il quotidiano Khaleej Times Online che ha riportato la notizia dello svolgimento della International Conference on Renewable Energy, in calendario da domenica 26 a giovedì 30 settembre ad Abu Dhabi, a cui ha preso parte ieri anche il direttore generale dell’IRENA, Helene Pelosse.
Una conferenza in cui ieri è stato proprio il direttore generale dell’IRENA a riferire che sarebbero circa 20 milioni gli occupati stimati al 2030 in tutti i comparti delle rinnovabili. Una crescita vertiginosa, quindi, che farebbe pensare a quello delle energie pulite come ad un mercato occupazionale in forte ascesa se si pensa, ad esempio, che solo nel 2008, sempre secondo le stime di IRENA, gli occupati in questo settore erano 2.332.000 in tutto il mondo.

Nel suo intervento di ieri il direttore Pelosse ha sottolineato come anche nel mix energetico mondiale lo scenario potrebbe cambiare rapidamente: entro il 2050 circa il 50% dell’energia sarà prodotta da fonti non inquinanti. Buona anche la crescita di alcuni specifici settori, come l’eolico e il fotovoltaico, che hanno fatto registrare incrementi a due cifre negli ultimi due anni, potendo anche contare su un aumento del 60% della nuova capacità di generazione elettrica pulita nella sola Europa. Ma se il trend di crescita europeo sembra essere abbastanza consolidato, Pelosse ha anche evidenziato come attualmente, a livello mondiale, sono 85 le nazioni impegnate a raggiungere obiettivi energetici più green e altri 75 Paesi hanno sistemi di incentivazione delle tariffe elettriche.
Il mercato delle energie verdi, secondo quanto ha riferito ieri il direttore generale dell’IRENA, ha fatto registrare solo nel periodo 2004-2008 una crescita considerevole degli investimenti, pari a circa quattro volte il volume iniziale, mentre nel 2009 il volume di investimenti nelle energie rinnovabili è stato pari a 162 miliardi di dollari. Nel consumo finale di energia a livello globale le energie rinnovabili rappresentano una percentuale decisamente interessante, circa il 18%, ma secondo Pelosse saranno necessari nei prossimi anni ulteriori cambiamenti nelle politiche energetiche dei differenti Paesi, considerando anche la “crisi” dei mercati delle fonti fossili, come carbone e petrolio.