In Italia molte tasse e pochi servizi: crolla la fedeltà fiscale

0
405

“In Italia in 5 anni la fedeltà fiscale dei contribuenti è scesa di 11,2 punti passando da 28,94% a 17,63% a causa dei pochi servizi che si ricevono in cambio delle molte tasse che si pagano”. Ogni contribuente italiano versa mediamente al fisco 7.450 euro all’anno, fra tasse, imposte e tributi vari, la cifra più alta tra i paesi dell’area euro, ma riceve in cambio in servizi sociali il controvalore di 8.050 euro, il più basso tra i principali paesi europei. Al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia con 10.780 euro pro capite, seguita dalla Germania con 9.180 euro, Svezia con 9.050 euro, Olanda con 8.790 euro, Inghilterra con 8.450 euro e Spagna con 8.130 euro. E’ questo il quadro che è emerso da un’elaborazione effettuata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che ha ottenuto questo risultato analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo settembre 2005 – settembre 2010.
L’indice della tax compliance è l’indice di fiducia dei contribuenti italiani. Esso rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell’amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l’analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed è costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%). Il dato ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto è l’indice della Tax Compliance. Più il valore e’ alto, più i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c’è da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni pacifiche delle controversie.
Concorre al peggioramento dei rapporti tra fisco e contribuenti anche la burocrazia fiscale che costa ben 19,2 miliardi all’anno ai contribuenti italiani titolari di partita iva. Burocrazia fiscale che costa cara ai contribuenti italiani specialmente se messa a confronto con quella europea. Ogni contribuente italiano per esercitare una attività economica paga una “tassa aggiuntiva occulta” nel 2010, di 5.036 euro all’anno, contro i 1.320 euro dei francesi, i 1.270 euro dei britannici, i 1.210 euro dei tedeschi, i 1.160 euro degli spagnoli, i 1.070 euro degli olandesi ed i 850 euro degli svedesi.
Spesa che nel 2010 è ulteriormente aumentata del 4%, rispetto al 2009, a causa di nuovi e onerosi adempimenti fiscali previsti dall’Amministrazione finanziaria, mentre la qualità dei servizi pubblici è diminuita del 18%.
Secondo l’Associazione Contribuenti Italiani, per combattere l’evasione fiscale serve una riforma fiscale che deve passare attraverso i miglioramenti dei servizi resi ai cittadini, la semplificazione del fisco e la riforma della riscossione dei tributi.
”La scarsa qualità dei servizi pubblici, l’inefficienza della amministrazione finanziaria, l’applicazione spesso cervellotica di leggi, circolari e regolamenti vari – commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – richiedono una svolta epocale. Bisogna tornare a guardare gli italiani non più come potenziali evasori, ma come cittadini che vantano dei diritti a fronte del pagamento delle imposte. Siamo favorevoli a sottoscrivere un patto tra fisco e contribuenti per riformare il fisco rendendolo piu’ equo, incentrando il rapporto sulla tax compliance, come avviene da tempo nei principali paesi europei, anziche’ sulle vessazioni, dando piena e concreta attuazione allo Statuto dei diritti del contribuente”.
Fonte: Ufficio Stampa Contribuenti.it