Energia, Lincei: “Dopo la salute è uno dei costi più elevati per le famiglie”

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“Nel bilancio energetico dei paesi, anche i più sviluppati, il 50% circa dell’energia consumata va sprecata e si perde o nelle trasformazioni, ad esempio nel produrre elettricità dal petrolio, o durante i trasporti, lungo gli oleodotti, le linee ad alta tensione, i gasdotti”. A tracciare lo scenario è l’Accademico dei Lincei Sergio Carrà secondo il quale “si tratta di energia che non produce lavoro utile ma che viene comunque consumata, viene pagata e causa la metà dell’inquinamento imputato ai consumi energetici”. Insomma, per l’ingegnere chimico del Politecnico di Milano e esponente della massima istituzione italiana di cultura scientifica e umanistica, “il costo dell’energia, dopo quello della salute, è uno dei più elevati nel bilancio dell’economia italiana”. È un costo che, per Carrà, “merita particolare attenzione anche perchè riguarda fonti energetiche che dobbiamo importare e pagare in valuta”. I costi e i rischi ambientali delle varie forme di produzione di energia, gli accordi internazionali per la riduzione dell’inquinamento, le modalità di risparmio, saranno discussi da Carrà, venerdì prossimo, con una platea di Accademici e di esperti a Roma, in occasione della XXVIII Giornata Mondiale dell’Ambiente, nel corso del convegno “Energia ed ecologia: un peso o un’opportunità per l’economia” che si terrà nella prestigiosa sede lincea in via della Lungara. Secondo l’accademico dei lincei Sergio Carrà, inoltre, l’economia è compressa fra ‘Scilla e Cariddì che da un lato impongono l’impiego dell’energia per favorire lo sviluppo e dall’altra di limitarlo per proteggere l’ambiente e contenere i costi. “L’eliminazione degli sprechi -sottolinea nella sua relazione- offre la migliore possibilità di conciliare il risparmio con la tutela dell’ambiente. Le politiche del clima -aggiunge- hanno stimolato un forte rilancio del tema energetico nelle politiche pubbliche europee ed italiane”. In ambito europeo, dopo aver avviato un ambizioso schema di Emission Trading in attuazione del Protocollo di Kyoto, l’Unione Europea, ricorda Carrà, ha lanciato una ampia strategia per clima-energia nel 2007 a cui hanno fatto seguito direttive e azioni sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. La Ue ha quindi riproposto ambiziosi obiettivi unilaterali di abbattimento dei gas serra sia alla COP 15 di Copenhagen sia alla prossima COP 16 di Cancun (2010). Le politiche climatiche hanno inoltre stimolato nuovi programmi sul nucleare, inclusi quelli italiani. “Tali sviluppi -sottolinea l’accademico dei lincei- pongono diverse questioni di attuabilità e di ritorno tecnologico, ambientale ed economico”. A fronte di un notevole potenziale di diffusione ed innovazione tecnologica, e di sviluppo industriale nei settori della cosiddetta ‘green economy’, per gli esperti, infatti, “queste tendenze aprono interrogativi specifici sulla sostenibilità ambientale di alcune tecnologie, ad esempio alcune rinnovabili, e sulla attuabilità economica di altre tecnologie, ad esempio il nucleare”. Ma non è tutto. Restano infatti settori critici, come quello dei trasporti, dove nè le rinnovabili nè il nucleare possono offrire, secondo gli esperti, “soluzioni sufficienti”. E la discussione che si aprirà all’Accademia dei Lincei spazierà su tutto questo complesso territorio. Le relazioni al convegno, nella prima parte della giornata, prenderanno quindi in considerazione, anche sotto gli aspetti economici, le tematiche dell’energia e dell’ambiente cui corrisponde un ampio potenziale di sviluppo industriale in molti diversi settori: il rilancio del nucleare, le potenzialità delle rinnovabili, le soluzioni per il controllo delle emissioni, nuove soluzioni nel settore dei trasporti. Nel pomeriggio, infine, verranno presentate comunicazioni sugli aspetti tecnici e tecnologici che toccano settori innovativi quali il fotovoltaico, l’idrogeno, la biomassa, l’idroelettrico.