Federalismo, addizionali Irpef: aumenti fino al 300% per professionisti e lavoratori autonomi

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1,4% nel 2013, 1,8% nel 2014 e addirittura 3% nel 2015. Sono questi gli aumenti dell’aliquota Irpef previsti dall’ultimo decreto della riforma approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri. Si tratta di aumenti che toccheranno soprattutto lavoratori autonomi e professionisti. Sono esclusi, duque, i lavoratori dipendenti e i pensionati che appartengono ai primi due scaglioni di reddito mentre alle regioni viene data carta bianca per quanto riguarda la modulazione delle aliquote in base alla virtusità o meno dei bilanci. Un aumento non da poco, quello concesso, considerando che le regioni con i conti in rosso si troveranno a dover fare delle scelte piuttosto impopolari ma necessarie per manterne i parametri stabiliti dalle banchmark, ovvero le regioni virtuose che faranno da guida alle altre. A sottolinearlo è anche Il Sole 24 Ore che prevede una crescita fino al 300%. Il Sole fa i conti anche sull’Irap, che può essere ridotta fino all’azzeramento dalle Regioni: un punto di riduzione vale 10.000 euro ogni milione di imponibile. «Il perseguimento dell’obiettivo condiviso anche da noi del federalismo va calibrato bene perchè bisogna evitare che si determinino crisi finanziarie nelle regioni dove potrebbe essere necessario un aumento consistente dell’addizionale Irpef». Lo dice il deputato di Fli Benedetto Della Vedova che cita i casi della Grecia, dell’Irlanda e del Portogallo, sottolineando che come l’Europa non può prescindere dalla «integrazione» dei bilanci di tutti gli Stati lo stesso vale «a maggior ragione» con l’Italia e le sue regioni. «La responsabilizzazione dei livelli locali di amministrazione – ragiona – è un obiettivo che deve e può determinare una tenuta dei bilanci se finora non si è avuta ma bisogna anche tenere conto che in una fase di transizione non si può dimenticare che l’Italia è una, come l’Europa è una. Ora vedremo come proseguirà il dibattito – conclude Della Vedova – ma bisogna sicuramente ricondurlo nella propaganda e nella sostanza a un disegno razionale: non si può dare l’impressione che sia una scelta che mette di fronte, quali siano le colpe del passato, gli amministratori a degli eroismi fiscali senza gradualità perchè così non ci guadagna nessuno». Non è dello stesso parere il Pd che avverte: «Un federalismo agitato come una bandiera di parte e che non sia invece una riforma vera ed equilibrata dello Stato non solo va nella direzione sbagliata ma produce anche molti danni. Da tempo il Pd denuncia l’enorme rischio che corre il Paese». Lo dice il responsabile Enti Locali del Pd, Davide Zoggia aggiungendo dunque che ciò dimostra «numeri alla mano, che il nostro non era un allarme infondato». «Dietro la solita mano di vernice mediatica – aggiunge – emergono subito i problemi: ci sono infatti regioni dove, in seguito alle nuove misure varate dal governo, l’Irpef potrebbe aumentare fino al 300%. Così si frantuma il Paese, altro che federalismo solidale, di fatto si rinnega il dettato costituzionale colpendo gli incolpevoli cittadini. Questo è il federalismo delle chiacchiere di Berlusconi e Bossi. Vadano a casa, il Pd è pronto con le sue proposte a dare senso alla parola federalismo».