L’Ue non concede sconti a nessuno, nemmeno al Vaticano. Nel mirino, infatti, il pagamento dell’Ici sulle proprietà della Chiesa su cui Bruxelles ha deciso di avviare una “indagine approfondita”. Se l’Italia è il paese dei privilegi e delle raccomandazioni, l’Unione europea non la pensa allo stesso modo e promette di fare ordine nel fisco nostrano. In ballo ci sarebbero circa due miliardi di euro l’anno che le casse nazionali non incasserebbero grazie al regalo elettorale che il governo Berlusconi avrebbe fatto al clero inserendo un’apposita legge all’interno della Finanziaria 2006 dove si condece uno sconto fiscale del 50%. A passare al vaglio sarebbero quelle attività concernenti sanità, turismo e istruzione che metterebbero in forse la libera concorrenza con aziende che offrirebbero servizi simili. Il sospetto dei servizi del commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia, è che tali agevolazioni fiscali si configurino come aiuti di Stato «illegali». «In questa fase – spiega l’esecutivo europeo – la Commissione ritiene, in particolare, che gli immobili in questione potrebbero essere usati anche per attività commerciali e che tali esenzioni fiscali potrebbero pertanto distorcere la concorrenza». Nel caso in cui fossero riscontrate delle irregolarità, lo Stato vaticano dovrà provvedere a pagare il dovuto.