Industria: Enel fa il pieno di utili, in Poste più lavoro di Fiat

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Enel batte Eni in termini di utile, Poste Italiane è davanti a Fiat per numero di dipendenti in Italia, Bernardo Caprotti di Esselunga si fa strada tra i big dell’industria, il gruppo Marcegaglia perde posizioni per colpa della crisi e gli yacht Ferretti segnano perdite record. È questa la fotografia scattata sul 2009 dal centro studi di Mediobanca che come ogni anno, a pochi giorni dalla propria assemblea degli azionisti, pubblica il rapporto sulle principali società italiane. L’annus horribilis viene ricordato dagli esperti di Piazzetta Cuccia come un esercizio che ha sparigliato la classifica dei ricavi e premiato non chi ha incrementato le vendite ma chi è riuscito a tamponare le perdite. E in un contesto, scosso anche dalla caduta delle quotazioni del greggio, ad approfittarne è stata Enel che ha superato l’utile di Eni. Non accadeva dal 1993. Il gruppo elettrico nel 2009 ha riportato infatti il risultato netto più alto in assoluto, con 5,3 miliardi di utile, migliore di quello del Cane a sei zampe, che lo ha dimezzato a 4,3 miliardi (da 8,8 mld). In termini di ricavi Eni resta comunque ben salda in cima al podio con un fatturato di 83,2 miliardi di euro, sebbene in riduzione del 23%. Seguono come nell’esercizio precedente Enel (62,1 mld) e Fiat (50,1 mld), che ha visto cadere le vendite del 16 per cento. Dal punto di vista occupazionale la palma d’oro va alle Poste Italiane, che detengono il primato di dipendenti in Italia, avanti alla Fiat che resta comunque il gruppo italiano con maggior numero di dipendenti (191.000 lavoratori, in calo del 3,8% sul 2008), ma col 58% impiegato all’estero. L’azienda guidata da Massimo Sarmi risulta quindi seconda in graduatoria (oltre 154.000, in calo dell’1,5% sul 2008), seguita dalle Ferrovie dello Stato (87.400 dipendenti, -4,4% sul 2008). Nella classifica Mediobanca si nota poi la volata del gruppo Esselunga di Bernardo Caprotti e il tracollo dell’azienda di casa Marcegaglia. Mentre i supermercati Esselunga sono una delle poche realtà a riportare nel 2009 conti in crescita (+4,8%), salendo dalla 19esima alla 13esima posizione, il gruppo della famiglia del presidente di Confindustria, per effetto della crisi che ha colpito il settore siderurgico, ha perso il 40% del proprio fatturato, scivolando di 19 posizioni al 48 posto. Rosso record invece per gli yacht Ferretti: a fronte di un giro d’affari di 750 milioni hanno archiviato il 2009 con oltre 1,1 miliardi di perdite. Al loro fianco, la Fiat con un rosso di 838 milioni di euro e la Valentino Fashion group che ha perso, come Ferretti, più del fatturato (464 milioni i ricavi, 499 milioni la perdita). Guardando infine al fronte bancario, dallo studio emerge che le Popolari sono le banche con crediti più a rischio proprio perchè sono state più vicine ai clienti nell’anno della crisi. Distinguendo il settore tra grandi banche, popolari e Bcc (credito cooperativo), viene evidenzia come le popolari abbiano offerto più credito alla clientela (+8,8%) rispetto alle grandi banche (-3,7%). Ma l’altra faccia della medaglia è appunto che le Popolari hanno visto crescere i crediti dubbi del 108 per cento, mentre le ‘big’ del 60,4 per cento. Le Bcc hanno aumentato le erogazioni del 3,7% mentre i crediti dubbi sono saliti in maniera pi— contenuta (+30,5%).
di Nicola Capodanno
Fonte: Ansa