Nessuna notifica all’Antitrust, secondo quanto risulta all’Adnkronos, da parte di Premafin per l’accordo annunciato venerdì tra la holding della famiglia Ligresti e Groupama. Questo, perchè la società ritiene che non ci sia un’operazione di concentrazione ma appunto un accordo, senza passaggio di controllo, per un aumento di capitale da 225 milioni di euro al termine del quale i francesi avranno una quota fino al 20%. E, non essendoci una concentrazione da esaminare, l’Antitrust non può intervenire sugli intrecci azionari. In ogni caso, essendo coinvolta una società francese, sarebbe comunque di competenza dell’Antitrust Ue. E non è escluso che nei prossimi giorni possano esserci contatti tra le parti e la Commissione per ribadire la posizione sostenuta dalla società. La partita, si fa notare in ambienti finanziari qualificati, presenta comunque degli interrogativi rilevanti per quanto riguarda gli intrecci che legano i protagonisti. In Mediobanca, Groupama detiene il 4,9%, Bollorè il 5%, Premafin il 4,1%: in totale è il 14% del capitale. Mediobanca è il primo azionista di Generali con il 13,5% e lo stesso finanziere bretone è un socio rilevante e influente, oltre che vicepresidente, del Leone di Trieste. Nel consiglio di Mediobanca siedono Bollorè, il dg di Groupama Azema e Jonella Ligresti. È difficile inoltre non ipotizzare un rapporto ab origine fra Groupama e Bollorè. Piazzetta Cuccia, infine, è esposta per importi assai significativi con Premafin e Fonsai. Anche la Consob dovrà accendere, ed in parte lo ha già fatto, un faro su due aspetti: gli acquisti da parte di Bollorè di quote Premafin, si fa notare, sono quasi ‘profeticì e l’impennata del prezzo della finanziaria di Ligresti potrebbe non essere considerato casuale. Dubbi alimenta anche l’impegno a non cedere Milano Assicurazioni, tenendo conto che Fonsai non ha una partecipazione diretta, mentre è Milano Assicurazioni ad essere azionista diretta di Fonsai.