Unicredit, Ghizzoni: “Nessun segnale di uscita per Rampl. Ora puntiamo all’Europa dell’Est”

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«Il mio rapporto con Rampl è eccellente: non ho segnali su un suo abbandono». Lo afferma il nuovo ad del gruppo Unicredit Federico Ghizzoni, in un’intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt in cui ribadisce anche il suo impegno per le attività in Germania che rimane «il paese più forte in Europa dal punto di vista strutturale». Vendere le attività tedesche non avrebbe senso, ha detto Ghizzoni, per il quale in Germania «non ci saranno cambiamenti fondamentali strategici o ristrutturazioni». Ma Hypo-Vereinsbank, ha precisato, deve «tagliare i costi» e può fare di più sul mercato tedesco. Per l’ad di Unicredit «in questo periodo dobbiamo essere molto attenti»: di qui la necessità di «rivedere il nostro portafoglio di attività e di presenze, e decidere in quale settore o area geografica in cui ha più senso crescere e investire». In particolare, conferma «l’Europa orientale è molto importante per noi e continuerà ad esserlo, se non altro per le dinamiche più vivaci» di queste economie in una regione dove Unicredit «è leader di mercato». Non escludendo la possibilità di vendere le attività in Kazakhstan «che non è parte del nostro core business ed è l’unico mercato orientale dove perdiamo soldi» Ghizzoni ipotizza nel prossimo quinquennio «l’aumento del nostro business in Europa dell’Est» anche se nello sviluppo delle attività fuori dall’Italia – precisa – «cresceremo in maniera selettiva». Ghizzoni, dalla fine di settembre succeduto ad Alessandro Profumo (con cui, ricorda, abbiamo «lavorato magnificamente per molti anni»), conferma di «non voler cambiare il Dna di questo gruppo europeo» ma di avere come obiettivo quello di «semplificare» Unicredit. Per Ghizzoni è poi «sbagliato parlare di una rivalità tra investment banking e retail banking». A proposito, infine, della recente ristrutturazione dei vertici, Ghizzoni ha sottolineato come «il mercato non ha capito l’unicità del settore bancario italiano e il fatto che abbiamo bisogno di un direttore generale per motivi legali». L’esperienza di Profumo – conclude – «è stata un’eccezione perchè era contemporaneamente Ceo e Dg» mentre come nuovo direttore generale Nicastro «contribuirà a definire le strategie e la loro attuazione» avendo anche «un forte background internazionale».