Bankitalia: la domanda di credito rimane invariata per più di due terzi delle imprese

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Poco più dei due terzi delle imprese ha segnalato che la propria domanda di credito è rimasta invariata negli ultimi sei mesi; il 10,5 e il 22,1 per cento ne hanno indicato, rispettivamente, una diminuzione e un incremento. È quanto emerge dal Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi, contenuto nel supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia. Il 51,4 per cento delle imprese si attende una sostanziale stabilità dell’indebitamento bancario, mentre la quota di imprese che ne prevede una crescita nei prossimi sei mesi (25 per cento) è prossima a quella (23,6) che ne stima una contrazione. La quota di imprese che ha segnalato un inasprimento delle condizioni di finanziamento nei sei mesi precedenti l’indagine è diminuita di quasi 10 punti, attestandosi al 23,6 per cento (era circa un terzo lo scorso anno). Secondo le imprese, l’inasprimento si è tradotto in peggiori condizioni di costo o di garanzia (13,4 per cento) o in tassi di interesse più elevati sui prestiti già concessi (9,2 per cento).
Per quanto riguarda il credito commerciale, il 47,3 per cento delle aziende segnala un allungamento della durata delle dilazioni di pagamento concesse ai clienti dall’inizio dell’anno, contro solo il 3,5 che ne registra una riduzione. Ancora più ampio è il divario tra imprese che segnalano un aumento nella durata dei ritardi di pagamento della clientela (57 per cento) e quelle che ne segnalano una diminuzione (3 per cento). L’aumento della domanda di credito risulta correlato con l’andamento del credito commerciale. In particolare, il 60,8 per cento delle imprese che hanno dichiarato di aumentare la propria domanda di credito bancario riportano anche un allungamento delle dilazioni di pagamento concesse ai clienti e il 72,9 per cento un aumento della durata dei ritardi, mentre le corrispondenti quote per le imprese che hanno dichiarato una contrazione della propria domanda di credito bancario sono rispettivamente del 45 e del 48,5 per cento. Non apparirebbero invece significativi i legami tra l’aumento della domanda di credito e la crescita degli investimenti programmati per il 2011.