La Commissione europea rinvia l’Italia dinanzi alla Corte di giustizia europea per la mancata applicazione di una sentenza della Corte del 2004 riguardante alcune discariche nei pressi di Milano. Le suddette discariche contengono rifiuti pericolosi e costituiscono una minaccia per l’aria e le acque locali. A distanza di sei anni dalla sentenza della Corte una discarica è stata dismessa, ma altre due non sono ancora state bonificate. Su raccomandazione del commissario europeo responsabile dell’Ambiente Janez Potočnik, la Commissione sta rinviando a giudizio l’Italia e chiederà il pagamento di sanzioni pecuniarie.
La Commissione sta riportando l’Italia dinanzi alla Corte di giustizia europea per la mancata applicazione di una sentenza del 2004 relativa alla bonifica di tre discariche, ubicate in cantieri di ex proprietà di una impresa chimica nei comuni di Rodano e Pioltello, e contenenti rifiuti industriali.
Nel settembre 2004 la Corte di giustizia europea aveva rilevato un’infrazione delle norme UE in materia di rifiuti da parte dell’Italia in merito a tre discariche, alcune delle quali contenenti rifiuti pericolosi. Che le suddette discariche rappresentino un pericolo per la salute umana e per l’ambiente è noto sin dal 1986. Nel 1999 sono state introdotte misure di protezione urgenti per le acque sotterranee, al fine di mantenere artificialmente le falde ad un livello basso e quindi evitare la contaminazione delle acque. I rifiuti delle discariche rappresentano inoltre una minaccia per la qualità dell’aria.
Sulla base delle ultime informazioni disponibili, a distanza di sei anni dalla sentenza della Corte, soltanto una delle discariche è stata bonificata. La maggior parte dei rifiuti nella seconda discarica non è ancora stata rimossa e la bonifica della terza discarica è appena cominciata. Le autorità italiane prevedono che i lavori saranno ultimati entro marzo 2011. Poiché risulta evidente che la sentenza della Corte non è stata applicata, la Commissione sta sottoponendo di nuovo il caso alla Corte di giustizia europea.
Con questa decisione, la Commissione chiede alla Corte di comminare sanzioni pecuniarie che consistono in un’ammenda giornaliera di 195 840 € a decorrere dalla data della seconda sentenza della Corte fino ad avvenuta applicazione della decisione, nonché in una somma forfettaria che corrisponde a 21 420 € per ogni giorno decorso dalla data della prima sentenza della Corte fino alla seconda sentenza della Corte. È quanto stabilito dall’articolo 260 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Contesto
La direttiva 2006/12/CE costituisce uno strumento fondamentale di tutela della salute umana e dell’ambiente contro gli effetti negativi della raccolta, del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti. La direttiva obbliga gli Stati membri ad eliminare i rifiuti senza mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente.