Pirelli, Tronchetti Provera: “Puntiamo a fare utili in Italia”

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Pirelli punta a fare utili in Italia. Il presidente del gruppo, Marco Tronchetti Provera, risponde a distanza all’ad di Fiat Sergio Marchionne, che boccia il Belpaese per far affari. Nel nuovo piano industriale 2011-2013 con visione al 2015 presentato a Milano, il numero uno del gruppo della Bicocca non guarda solo all’America Latina, a Russia e Cina, ma punta sul Polo di Settimo Torinese. «Noi -spiega- facciamo una fabbrica nuova per guadagnare». Lo stabilimento piemontese, per il quale è in corso un investimento iniziale di 155 milioni di euro, racchiuderà «tutta la tecnologia Pirelli più alta, avrà un mix sofisticato, un impianto all’avanguardia e sarà profittevole». Tronchetti Provera non nega le difficoltà di fare impresa. Premia l’Egitto e la Cina per l’efficienza, «Se devo guardare alle regole in Europa, il Paese dove le regole sono più chiare è la Germania. Nel mondo, le regole sono semplici da applicare negli Stati Uniti, in Italia non è così semplice», ma l’invito è a trovare «un punto di equilibrio. Lo sforzo di tutti deve essere quello di sedersi al tavolo e puntare sulla ragionevolezza». È lui a snocciolare i dati del nuovo piano di investimenti pari a 1,9 miliardi di euro per il quinquennio: 1,2 miliardi tra il 2011 e il 2013 e di 0,7 miliardi nel 2014-2015. Un progetto a lungo termine, dopo lo scorporo dal ramo real estate, che consentiranno a Pirelli di ottenere «nel periodo del piano una crescita media annua dei ricavi dell’8%, con una redditività (margine Ebit) in aumento nel 2013 tra il 10,5% e l’11,5%». Il tutto puntando sul settore premium «che cresce più del mercato» e attraverso un ‘ribilanciamentò della presenza produttiva. Pronti al debutto in Messico, dove il gruppo della Bicocca investirà 210 milioni di dollari nei prossimi due anni per la produzione di pneumatici, Pirelli punta anche alla Russia, con «l’opzione d’acquisto per un nuovo impianto di produzione. La Russia rimane parte del nostro impegno strategico», sottolinea il numero uno del Gruppo. In Cina, invece, spiega «raddoppieremo la nostra capacità, grazie anche alla riduzione della complessità produttiva». In un mercato globale, sottolinea «diventa determinante essere presenti con impianti produttivi capaci di soddisfare sul posto una domanda locale in forte aumento». Non solo investimenti, il gruppo guarda con attenzione anche al rapporto tra debito netto ed Ebitda che «risulterà in calo da 1,1 previsto a fine 2010, a circa 1 a fine 2013, e circa 0,6% nel 2015, a fronte di debito previsto inferiore a 700 mln a fine 2010, sotto un miliardo di euro nel 2013, e di poco maggiore a 700 mln nel 2015». I dati comprendono il versamento di dividendi, sulla base di una politica di remUnerazione degli azionisti che nel triennio prevede di proporre al cda la distribuzione di circa il 40% dell’utile netto consolidato. Chiare, altrettanto, le mosse che Pirelli non farà nei prossimi anni. Il piano non prevede grandi operazioni di M&A, aumenti di capitale, investimenti in capacità nel mercato indiano, produzione non Premium per il primo equipaggiamento e una strategia di portafoglio multibrand. A sottolinearlo è lo stesso Tronchetti Provera. «Non abbiamo target di società, ma piuttosto di stabilimenti. Non c’è possibilità di fusioni importanti, la storia ci insegna la prudenza». Nessuna fusione in vista: «Noi ricerchiamo la nostra crescita interna». Nel caso si verificassero rallentamenti del mercato e conseguenti cali della domanda, rispetto a quanto previsto nello scenario di riferimento, Pirelli potrà contare su azioni alternative (contingency plans) che passano principalmente attraverso due opzioni: «il rallentamento del piano di investimenti (per regione o per segmento) e il ridimensionamento della produzione associato a ulteriori azioni di ristrutturazione». Sul fronte delle materie prime («Il costo della gomma non ci spaventa», dice il presidente), tenuto conto del prevedibile aumento dei costi, si prevede un impatto negativo pari a 200 milioni nel 2011 e a 300 milioni nel 2011-2013. Tali impatti, si spiega «saranno in parte compensati da maggiori efficienze, rispettivamente pari a 80 milioni nel 2011 e a 200 milioni nel 2011-2013». Gli investimenti del gruppo, nessuna chiusura di stabilimenti in vista, sono destinati a settori diversi. Nel segmento consumer (vettura e moto) gli investimenti saranno pari a 1,3 miliardi entro il 2015, distribuiti tra l’Italia (Settimo Torinese), Messico, Romania, Cina e la joint venture in Russia. Nel segmento industrial, invece, gli investimenti complessivi saranno di 600 milioni. Pirelli disporrà di una capacità complessiva di circa 88 milioni di pezzi nel 2015, rispetto ai 61,8 milioni di pezzi a fine 2010. Una crescita che non dimentica l’ambiente: Pirelli punta su un nuovo piano di sostenibilità ambientale e quello di Settimo Torinese sarà la «fabbrica di pneumatici più ‘eco-efficientè del mondo». Il gruppo della Bicocca, inoltre, nel 2015 avrà circa il 60% delle capacità produttiva derivante da impianti e macchinari avviati dal 2005 e quindi con un’età inferiore ai 10 anni

Fonte: Adnkronos