“Avviso comune”: con domande accolte a settembre sale a circa 13 mld la liquidità per le imprese

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Secondo gli ultimi dati del monitoraggio a fine settembre 230mila domande. Il 91,3% delle richieste sono risultate ammissibili. Solo il 2,9% non accolto. Tra i settori spiccano industria, commercio/alberghiero e altri servizi. Fino al 31 gennaio 2011 è possibile chiedere la sospensione per le piccole e medie imprese.

Il quadro che emerge dagli ultimi dati evidenzia che da settembre 2010 le piccole e medie imprese hanno potuto contare su circa 13 miliardi in più di liquidità. È quanto emerge dell’ultimo aggiornamento del monitoraggio, che fotografa l’utilizzo dell’”Avviso comune”, l’accordo siglatoil 3 agosto 2009 alla presenza del Ministro dell’economia Giulio Tremonti, dall’ABI e dalle altre rappresentanze dell’Osservatorio permanente sui rapporti banche imprese. Le imprese hanno ancora poco più di 2 mesi per chiedere la sospensione. È stata infatti prorogata dal 30 giugno 2010 al 31 gennaio 2011 la possibilità di presentare le domande da parte delle piccole e medie imprese. Nella undicesima rilevazione, ad agosto 2010 le domande erano state 225.000, per un controvalore complessivo di finanziamenti di 66 miliardi di euro. I dati ufficiali del monitoraggio segnalano che al 30 settembre 2010 sono state 230.000 le domande delle imprese, per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 67 miliardi di euro. Il sistema bancario ha analizzato 219.000 domande (64 miliardi di euro) con i seguenti risultati: è stato già accolto il 77,7% delle domande (179.000 pari a 54 miliardi), ancora in corso di esame 25.000 unità (7 miliardi), mentre solo il 2,9% non è stato accolto (6.500 per 1,5 miliardi di valore). Rispetto alle domande riferite alle singole branche di attività spiccano in particolare industria, commercio/alberghiero e altri servizi. L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che il 53,8% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia, il 30,9% ad imprese del Centro e il 15,3 ad imprese del Sud e Isole.