«Se un accertamento non ha un solido fondamento non va fatto»: è quanto ha ricordato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera in una lettera ai responsabili delle strutture periferiche dell’Agenzia. A riferire i contenuti delle indicazioni date agli ispettori fiscali è stato lo stesso Befera oggi nel corso di un convegno sulle banche dati fiscali organizzato dalla Commissione parlamentare sull’anagrafe tributaria. Per Befera l’amministrazione fiscale deve guadagnare «la fiducia e il rispetto dei contribuenti» ed evitare dunque «comportamenti in qualche modo vessatori». «Se il contribuente ha dato prova sostanziale di buona fede e di lealtà nel suo rapporto con il Fisco, ripagarlo con la moneta dell’accanimento formalistico – dice Befera nelle lettera – significa venire meno a un obbligo morale di reciprocità, ed essere perciò unfair, cioè scorretti nei suoi confronti. Comportamenti in qualche modo vessatori, o come tali obiettivamente percepibili, sono destinati ad essere controproducenti, perchè penalizzano in definitiva i contribuenti onesti e tendono perciò a incentivare l’evasione, cioè il comportamento opposto a quello che vorremmo e dobbiamo contrastare». Altro argomento trattato dal Direttore è stato quello dell’evasione fiscale. Per Befera «c’è la tendenza a pensare che l’evasione dipende sempre dagli altri». Il direttore delle Entrate ha citato allora i dati del Censis secondo i quali «il 90% degli italiani è contro l’evasione ma vale comunque 100 miliardi di euro l’anno». Per Befera tutti dunque debbono cambiare la mentalità. «Anche quando si accetta di pagare in nero bisogna tenere presente che non è l’altro che evade ma chi paga in nero senza versare l’Iva», ha rilevato. Il contributo dei Comuni alla lotta all’evasione, ha proseguito il direttore dell’Agenzia, è finora quantificabile in «11.000 segnalazioni e 19 milioni di euro accertati». «A breve ci sarà il decreto per la ripartizione degli incassi con i Comuni». Di collaborazione tra istituzione centrale e Comuni ha parlato anche il direttore dell’Agenzia del Territorio Gabriella Alemanno: «Solo lo 0,29 per mille delle unità immobiliari oggetto di pubblicazione sul portale dell’Agenzia, oltre 4 milioni, è stato oggetto di variazione della rendita catastale in seguito a segnalazioni di incoerenza dei Comuni». Un «ritorno abbastanza modesto», ha detto appellandosi ad una maggiore collaborazione da parte degli enti locali. Il Garante della Privacy Francesco Pizzetti ha evidenziato che il nuovo ruolo degli enti locali nella lotta all’evasione, nell’ambito del federalismo, «non deve dividere la moltiplicazione di banche dati perchè questo Paese di banche dati ne ha fin troppe». Per Pizzetti «bisogna sciogliere anche qualche equivoco e chiarire se Comuni e Regioni debbono partecipare alla lotta all’evasione fiscale solo per i tributi di loro competenza o per tetti i tipi di prelievo e va chiarito come vanno calcolati i ‘premì per la lotta all’evasione». Il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, Maurizio Leo, ha evidenziato che «l’interoperabilità tra banche dati locali e centrale è determinante per contrastare l’evasione fiscale di massa». Fabrizia Lapecorella, direttore del Dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, pur condividendo l’esigenza di affinare e integrare le banche dati, ha rilevato che «lo scambio di dati tra amministrazioni non è la risoluzione di tutti i problemi». «È indispensabile – ha sottolineato infine Marco Bonamico, amministratore delegato Sogei – che lo sviluppo del nuovo Sistema Informativo della Fiscalità si basi sui principi di condivisione, integrazione, confronto e standardizzazione. In quest’ottica si rende necessaria una gestione centralizzata delle banche dati di riferimento nazionale». Intanto, L’Agenzia delle Entrate rassicura sul redditomentro. Secondo quanto dichiarato, infatti, a breve l’Ente provvederà a convocare le categorie di settore per discureterne l’impianto. «Stiamo ancora ragionando sul modello, vogliamo fare una cosa che non possa essere soggetta a critiche, tecnicamente inattaccabile e quindi di sicuro successo nel recupero dell’evasione fiscale», ha detto il direttore Befera. Il redditometro partirà sulle dichiarazioni 2009 presentate entro il 5 ottobre 2010 e dunque «c’è tempio fino a marzo», ha fatto presente Befera. «Sulla base di analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati per life stage e per area territoriale di appartenenza, si stanno costruendo – ha aggiunto – le modalità di apprezzamento della relazione tra il reddito e le voci indicative di capacità di spesa. Tutti gli elementi di spesa sintomatici della capacità contributiva attribuibili a ciascun codice fiscale andranno presto ad alimentare una base-dati unitaria, funzionale a uno specifico software di supporto all’accertamento sintetico. Le posizioni maggiormente significative saranno oggetto di controllo».
Fonte: Ansa