Gli incentivi alle fonti pulite potrebbero pesare per il 20% sulle bollette

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Il presidente dell’Aeeg, Alessandro Ortis, invita a utilizzare i finanziamenti provenienti dai soldi dei contribuenti con maggiore responsabilità.

Il dibattito intorno agli incentivi alle fonti rinnovabili torna ad accendersi: sul tema è recentemente intervenuto il presidente dell’Autorità per l’energia, Alessandro Ortis, che ha ricordato la necessità di utilizzare con “responsabilità” le risorse connesse con gli incentivi. « È sacrosanto lo sviluppo delle rinnovabili, ma in termini di efficienza usando nel modo migliore i soldi dei contribuenti – ha sottolineato il presidente dell’Aeeg -. È vero che ci sono incentivi a carattere statale ed europeo, ma il grosso sono soldi dei nostri concittadini che vengono pagati bimestre dopo bimestre in bolletta. Nel 2010 arriveremo a 3 miliardi della componente A3 relativa agli incentivi (escluse le fonti assimilabili). Stiamo caricando la bolletta con qualcosa come l’8% e, se non si aggiusta il meccanismo, rischiamo di arrivare al 2020 al 20%». Per questo motivo, ha proseguito Ortis, «si sta lavorando in Governo e Parlamento per riordinare la disciplina degli incentivi». Al discorso delle rinnovabili si affianca quello delle reti di trasmissione: «Dobbiamo fare in modo – ha aggiunto Ortis – che anche in questo caso i soldi degli italiani siano usati secondo norme, regole ed efficienza. Se non si sviluppano anche le reti, con le rinnovabili non si va da nessuna parte». Una risposta indiretta alle parole di Ortis è arrivata dal direttore dell’Associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili (Aper), Marci Pigni, che ha difeso il sostegno alle fonti pulite in un’audizione alla Commissione Industria del Senato. Sul fronte incentivi, i produttori non chiedono più risorse, ma di usarle bene: un sistema di incentivazione ben strutturato, unito a una maggiore efficienza del sistema procedurale e normativo secondo l’Aper consentirebbe il controllo dei costi dell’intera filiera con diretto beneficio sui consumatori finali. Parte delle domande della Commissione è stata dedicata proprio al tema degli incentivi. «Gli incentivi sono coperti non dal bilancio dello Stato ma dalle bollette – ha sottolineato Pigni – perciò maggiore è la nostra responsabilità nello sfruttarli sempre al meglio. Il nostro settore non chiede più risorse ma più certezza nel sistema di distribuzione delle risorse». Sulla possibilità di coprire gli incentivi anziché con il carico sulle bollette con la fiscalità generale, il direttore dell’Aper ha risposto: «La situazione teorica e più congrua, in un paese ideale, essendo la politica energetica una politica industriale, dovrebbe far sì che gli incentivi possano essere coperti dalla fiscalità generale. Ma nel paese attuale, con i problemi di debito pubblico, vorrebbe dire azzerare le risorse per le rinnovabili per i prossimi 5-6 anni: è una proposta che, nei fatti e nei tempi, riteniamo difficile da realizzarsi».

Fonte: Energia24club