Rendimento energetico edifici, procedura Ue contro Italia

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La Commissione Europea oggi ha chiesto formalmente all’Italia e alla Spagna di applicare integralmente la legislazione europea relativa al rendimento energetico degli edifici, aprendo nei loro confronti una procedura di infrazione delle norme comunitarie. Nella fattispecie, ricorda una nota diffusa a Bruxelles, tale normativa deve consentire ai cittadini europei di trarre beneficio da tutte le informazioni utili sugli edifici che acquistano o affittano. Essa dispone inoltre che ciascuno Stato debba stabilire un sistema di ispezioni periodiche delle caldaie e degli impianti di condizionamento dell’aria. “Le decisioni della Commissione sono emesse sotto la forma di pareri motivati. Se entro due mesi non è adottata alcuna misura per garantire l’adeguamento, la Commissione potrebbe decidere di citare gli Stati membri dinanzi alla Corte di Giustizia”, dice la nota della Commissione Ue. Lo scopo della legislazione europea è ridurre significativamente il consumo energetico degli edifici per contribuire così alla lotta contro il riscaldamento climatico e a rafforzare la sicurezza energetica dell’Ue. Cospicui risparmi energetici possono inoltre diminuire drasticamente la fattura energetica di ciascuna famiglia, dice Bruxelles. “La Commissione ritiene che l’Italia e la Spagna non abbiano adottato tutte le misure previste dalla legislazione europea”, dice ancora la nota. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, le disposizioni della legislazione italiana in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico degli edifici non rispondono alle esigenze fissate dalla direttiva. L’Italia non ha inoltre adottato alcuna misura relativa all’obbligo di ispezioni periodiche degli impianti di condizionamento dell’aria per valutarne il rendimento. La Spagna invece, dice la Commissione Ue, non ha ancora adottato una metodologia di calcolo del rendimento energetico, né un sistema di attestazione che interessi tutti gli edifici esistenti. Il regime spagnolo di ispezione delle caldaie non interessa inoltre gli impianti già in funzione prima dell’entrata in vigore della legislazione.
La procedura d’infrazione, si ricorda nella nota, fa riferimento alla legislazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell’edilizia, GU L 1 del 4.1.2003. La direttiva stabilisce che gli Stati membri adottino una metodologia per il calcolo del rendimento energetico integrato degli edifici e che stabiliscano requisiti minimi in materia di rendimento energetico applicabili agli edifici di nuova costruzione e a quelli esistenti di grande metratura sottoposti a importanti ristrutturazioni.
All’atto della costruzione, compravendita o locazione di un edificio, il potenziale acquirente o locatario deve ricevere un attestato di rendimento energetico, che gli consenta di raffrontare e valutare il rendimento energetico dell’edificio nonché di avere una migliore comprensione delle fatture energetiche. L’attestato è inoltre corredato di raccomandazioni per il miglioramento del rendimento energetico. Questo sistema di attestazione e il regime di ispezioni periodiche delle caldaie e dei sistemi di condizionamento dell’aria sono obbligatori dal 4 gennaio 2009.

Fonte: Reuters Italia