Clima, WWF: dalle economie emergenti esempi positivi per salvare il Pianeta

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Stando a uno studio del WWF pubblicato ieri, le più influenti economie emergenti stanno emergendo anche grazie ai loro piani di sviluppo che includono il taglio delle emissioni di carbonio che causano i cambiamenti climatici.
Pubblicato mentre i delegati dei singoli paesi si dirigono alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima a Cancun, Messico nel dossier Economie emergenti – In quale modo il mondo in via di sviluppo inizia ad affrontare la nuova era della leadership nel settore dei cambiamenti climatici, vengono esaminate le linee di tendenza per le emissioni e i piani di azione per il clima in relazione a cinque tra le maggiori economie in via di sviluppo del mondo – Brasile, Cina, India, Messico e
Sudafrica. Ne emerge che complessivamente queste grandi economie emergenti stanno agendo con maggiore determinazione, ambizione ed energia rispetto a molti dei paesi del mondo sviluppato. Le economie emergenti potrebbero fare molto per evitare i peggiori impatti potenziali dei cambiamenti climatici e il rapporto indica quali potrebbero essere le prossime mosse per ciascun paese. “In alcune delle principali economie emergenti del pianeta, la gara per la creazione di mercati per le tecnologie pulite e per abbracciare un futuro a basse emissioni di carbonio appare bene avviata,” ha dichiarato Mariagrazia Midulla responsabile clima del WWF Italia. “Questi paesi hanno ora la possibilità di costruire robuste iniziative a livello nazionale, per dimostrare la loro leadership internazionale nell’ambito dell’azione delle Nazioni Unite per il clima. “A Cancun, Brasile, Sudafrica, Cina, India e Messico sono ben posizionati per spingere all’azione sulla base di innovative fonti di finanziamento pubblico e per un accordo sul clima legalmente vincolante nell’ambito dell’UNFCCC”, ha dichiarato Midulla. L’analisi del WWF dimostra come tutte e cinque le economie hanno adottato standard energetici e piani per la riduzione delle emissioni ragionevolmente solidi, ponendo così le basi per le ulteriori azioni che saranno necessarie nel futuro. Il Messico sta integrando i suoi piani per la mitigazione dei cambiamenti climatici e per l’adattamento, e si è impegnato a ridurre le emissioni del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli registrati nel 2000.
La Cina sta modificando il suo mix energetico e si è impegnata ad offrire almeno il 15% di tutte le energie derivanti da fonti rinnovabili entro il 2020, emergendo al tempo stesso come principale produttore mondiale di prodotti per il settore delle energie rinnovabili (2009). Questo fa tutto parte dell’obiettivo di garantire la riduzione dell’intensità energetica del 20% nel 2010, rispetto ai livelli registrati nel 2005, impegno preso dalla Cina in occasione del Summit Sul Clima delle Nazioni Unite a Copenhagen.
Nel frattempo, il Sudafrica sta perseguendo un coerente approccio che coinvolge la sua intera economia ed è finalizzato alla pianificazione di uno sviluppo caratterizzato da basse emissioni di carbonio, e sta lavorando per ottenere una riduzione pari a circa il 34% entro il 2020, un obiettivo particolarmente lodevole in considerazione della elevata dipendenza dal carbone che caratterizza questo paese. Il Brasile ha ridotto la deforestazione del 56% a partire dal 2004 e ha stabilito un obiettivo per il 2017 che prevede ulteriori riduzioni fino al 70% al di sotto del livello medio registrato tra il 1995 e il 2006.
L’India sta facendo progressi nel campo dello sviluppo dell’energia solare ed eolica, nell’ambito del suo piano nazionale per la lotta ai cambiamenti climatici, e potrebbe addirittura registrare risultati superiori al suo obiettivo di aumento del 10% della generazione di energia mediante risorse rinnovabili entro il 2012. “Questi paesi dovrebbero spingere sull’acceleratore per raggiungere tutti gli obiettivi previsti dai rispettivi impegni nazionali, e con queste iniziative dovrebbero riuscire a incoraggiare ed aiutare i paesi che appaiono ancora in ritardo nella corsa verso le energie rinnovabili”, ha dichiarato Midulla. Il rapporto inoltre dimostra che è essenziale che tutti i paesi responsabili delle emissioni attuino le iniziative collettive per combattere le minacce derivanti dalle emissioni di gas serra storiche, attuali e future.
“Considerate le sfide della riduzione dei livelli di povertà e dell’investimento nello sviluppo, è incoraggiante notare come queste economie emergenti si siano impegnate per ribaltare le attuali tendenze crescenti delle emissioni e stiano seguendo strategie finalizzate a uno sviluppo caratterizzato da basse emissioni di carbonio.”
“Riteniamo che queste iniziative dovrebbero basarsi su un clima di maggiore collaborazione tra i paesi sviluppati, come la UE, e le economie emergenti, e che un simile contesto potrebbero imprimere un nuovo slancio ai negoziati delle Nazioni Unite sul clima,” ha aggiunto Midulla.

Link per la consultazione del rapporto

Emerging Economies- Emerging Economies – How the developing world is starting a new era of climate change leadership
http://assets.panda.org/downloads/emerging_economies_report_nov_2010.pdf

Altri documenti riferiti a Cancun:
WWF Key Country Asks for Cancun and WWF Cancun position paper
http://wwf.panda.org/what_we_do/footprint/climate_carbon_energy/climate_agreement/publications
/?196298/WWF-Asks-for-COP16–Cancun