Dotare anche le regioni di un organo di controllo contabile interno. E’ la richiesta avanzata dal presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti, contenuta in una lettera inviata a tutti i presidenti dei consigli regionali d’Italia. A differenza di quanto previsto per i 90.000 enti locali, soggetti a revisione contabile obbligatoria a cura di tecnici in possesso del requisito di iscrizione nel registro dei revisori contabili, nelle regioni questo tipo di controllo non è previsto. Gli statuti delle regioni, ricorda Siciliotti nella missiva, lo affidano a commissioni o organismi che, anche quando sono denominati “collegi dei revisori”, sono in realtà composti esclusivamente da consiglieri regionali. “Ad avviso degli oltre 110mila commercialisti italiani – scrive Siciliotti – si tratta di una lacuna normativa e statutaria grave, tanto più per un ente destinato ad assumere una centralità sempre maggiore nell’ottica del processo di federalismo fiscale”. Siciliotti ricorda inoltre come, a seguito di precedenti sollecitazioni dei commercialisti in tal senso, alcune regioni hanno già cominciato a ragionare sull’ipotesi di prevedere un “vero” collegio dei revisori, composto cioè da iscritti in albi professionali che sono iscritti anche nel registro dei revisori legali. La richiesta rivolta quindi da Siciliotti ai presidenti delle regioni è quella di modificare i propri statuti o di emanare un’apposita normativa regionale. Uno studio allegato alla missiva, curato dai consiglieri nazionali Giosuè Boldrini e Giorgio Sganga, contiene, oltre ad una attenta disamina dell’intera questione, anche uno schema di legge regionale. Una proposta concreta per passare dalle proposte ai fatti.