Rete imprese Italia: mezzogiorno grande questione nazionale

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“Il Mezzogiorno è ancora una grande questione nazionale. Perché più produttività e più crescita nel Mezzogiorno, più occupazione e più sviluppo nel Mezzogiorno significano più crescita e più sviluppo per l’intero Paese”. Lo ha affermato il presidente della Cna, Ivan Malavasi, in rappresentanza di Rete Imprese Italia, intervenendo ai lavori del tavolo tecnico sul Mezzogiorno che si è tenuto oggi a Palazzo Chigi.
Va soprattutto evidenziata – ha detto Malavasi al termine dell’incontro riprendendo il documento di Rete Imprese Italia – “una valutazione fortemente critica” sui risultati ottenuti per ridurre il divario di crescita e di sviluppo del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese. “Occorre intervenire, ed intervenire con urgenza. Perché, alla vigilia dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, appare seriamente a rischio la coesione sociale e territoriale del nostro Paese”. Per Rete Imprese Italia non è solo una mancanza di fondi, dal momento che “nel periodo di programmazione 2000-2006 le assegnazioni di risorse per il Mezzogiorno sono state all’incirca pari a 100 miliardi di euro (tra fondi strutturali e risorse Fas)”. Eppure, “nonostante il quasi totale utilizzo delle risorse comunitarie – ha proseguito Malavasi – il divario tra nord e sud è aumentato”. Politiche di sostegno all’occupazione ed agli investimenti rischiano, di essere inutili se non si afferma in primis il senso dello Stato, se non si recupera la fiducia ed il rispetto della funzione pubblica quale unico tutore dei diritti di tutti. Tra le richieste avanzate da Rete Imprese Italia, ha aggiunto Malavasi, il rafforzamento delle infrastrutture, il potenziamento delle tecnologie digitali e la riforma del federalismo fiscale. Ma soprattutto una radicale riallocazione delle risorse, che non vanno più disperse fra tanti microprogetti e assistenzialismo mascherati. Le risorse debbono servire per un vero modello di sviluppo del Sud e dell’intero Paese, con al centro la piccola e media impresa. Per questo è indispensabile un’assunzione piena di responsabilità e di legalità di tutte le classi dirigenti.