Edilizia, imprese e sindacati in piazza. “Il Governo promuova le opere pubbliche”

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Davanti a Montecitorio, con caschetti blu, gialli e rossi oggi tutta la filiera delle costruzioni. Due le richieste a fronte della crisi che ha spremuto il settore: l`avvio di nuovi lavori e il pagamento di quelli effettuati. “Non si possono far fallire le imprese per non far fallire uno Stato che non paga“. In migliaia in piazza per protestare contro lo stop delle opere pubbliche e contro il mancato pagamento dei lavori commissionati ed effettuati per la pubblica amministrazione: ieri a Montecitorio c`era tutta la filiera dell`edilizia, imprese e sindacati, senza distinzioni corporative. Si sono schierati davanti al Parlamento con i caschetti blu, gialli e rossi in testa, niente bandiere ma reti di cantiere utilizzate come fasce. Tra gli slogan, `Lavorare per lo Stato non paga` e `La crisi preme e il fisco ci spreme`.
“Siamo qui per dare un contributo per la ripresa del Paese. Chiediamo che il Governo e la politica rimettano al centro l`edilizia e le costruzioni“, ha detto il presidente dell`Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Paolo Buzzetti. Opere pubbliche bloccate, finanziamenti “di carta“, cioe` non effettivi, come buona parte di quelli decisi dall`ultima delibera del Cipe, pagamenti rimandati all`infinito, con conseguenze disastrose per le imprese edilizie, che hanno pagato carissima la crisi. L`Ance lamenta la perdita di 250mila posti di lavoro in due anni, migliaia di imprese chiuse e tante altre sull`orlo del fallimento. Ance: “Si allenti il Patto di stabilita“`. “Il Governo dovrebbe rimettere al centro l`edilizia. Ci rendiamo conto della situazione, ma chiediamo all`Esecutivo di mettere a disposizione le risorse che ci aveva promesso. – ha chiesto il presidente dell`Ance, Buzzetti – E` necessario inoltre un allentamento del Patto di stabilita` per i Comuni perche` non si possono far fallire le imprese per non far fallire uno Stato, che non paga. Con questo immobilismo non si puo` andare avanti“.
“Siamo in piazza con gli Stati generali, fondati l`anno scorso proprio per la gravita` della crisi, tutti insieme. Qui c`e` l`intera rappresentanza del mondo dell`edilizia: operai, tecnici, impresa, progettisti, costruttori. Abbiamo lasciato da parte particolarismi e diverse posizione – ha detto ancora Buzzetti – per sottolineare la gravita` della crisi ma anche la voglia di non arrendersi ad un declino del settore“.
Il sostegno di Confindustria. Confindustria si e` schierata con forza con l`Ance e gli Stati generali delle costruzioni, sottolineando come il settore rappresenti l`11% del Pil e dia lavoro a circa 3 milioni di addetti. “Un settore – ha affermato in una nota la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – che deve tornare ad essere tra le priorita` dell`agenda politica e trovare risposte adeguate“. “Garantire i pagamenti alle imprese per i lavori eseguiti, utilizzare le risorse disponibili per realizzare le infrastrutture che servono al Paese, puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarita`: sono obiettivi – ha evidenziato Marcegaglia – che come Confindustria condividiamo e che meritano adeguate risposte da parte del Governo“. Sindacati a fianco degli imprenditori. Alla manifestazione odierna a Montecitorio c`erano anche i rappresentanti delle principali conferederazioni sindacali. “Avevamo chiesto infrastrutture – ha denunciato il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella – per colmare il deficit strutturale del Paese. L`ultima delibera Cipe e` la risposta piu` evidente: 21 miliardi di `carta` e solo 276 milioni di euro veri, contanti, per aprire cantieri“. “Chiediamo al Governo dopo un anno e mezzo di intervenire adottando misure che possano risollevare l`edilizia. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ci ha promesso che ci incontrera` nel pomeriggio“, ha precisato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca Cisl. A fianco dei manifestanti anche molti esponenti del Pd: “I motivi della manifestazione nazionale degli Stati generali dell`edilizia – ha detto l`ex ministro del Lavoro Cesare Damiano – sono pienamente condivisibili. Il Governo e` inadempiente nei confronti di un settore strategico della nostra economia che chiede interventi contro la crisi delle imprese e la drammatica perdita di posti di lavoro“.