Controversie civili: conciliazione obbligatoria dal 2011

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Con la pubblicazione del D.M. n. 180 del 18 Ottobre 2010 si delineano i criteri e le modalità operative della nuova conciliazione obbligatoria.

Sono circa 600mila le cause civili che dal prossimo Marzo 2011 potranno essere risolte con una stretta di mano, grazie all’intervento della mediazione. I Consulenti del Lavoro con la loro competenza ed esperienza conciliativa nei rapporti di lavoro, sono già pronti a fornire il loro contributo altamente professionale per gestire anche procedure di mediazione civile e commerciale. Tempi celeri per dirimere le controversie, riduzione dei costi processuali ed incentivi statali sono tra i punti di forza di questa nuova figura stragiudiziale, che deflazionando il contenzioso dai tribunali garantirà una maggiore efficienza per i cittadini costretti ad adire le vie giudiziarie.
Le controversie per le quali diventa obbligatoria la conciliazione sono quelle civili relative alle seguenti materie: condominio, diritti reali quindi, proprietà, usufrutto e ipoteca, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e da diffamazione a mezzo stampa ed infine contratti assicurativi, bancari e finanziari. Il tentativo di conciliazione introdotto dal Dl n. 28/2010 costituirà presupposto di procedibilità per la fattispecie di contenzioso interessata.
In sostanza prima si tenta la conciliazione davanti ad un mediatore professionista, e solo dopo, se l’esito della mediazione è negativo, si può percorrere la via giudiziale. Il professionista avrà un tempo massimo di 120 giorni per gestire la controversia e favorire l’accordo tra le parti. Inoltre lo stesso mediatore può avanzare una proposta di conciliazione, che in caso di esito negativo della mediazione, se la stessa viene fatta propria dal giudice durante la fase successiva presso il tribunale, la parte che l’aveva precedentemente rifiutata viene obbligata alle spese processuali e legali anche della controparte.
Se invece la conciliazione ha successo le spese verranno ripartite ugualmente tra le parti in lite. Per incentivare l’uso di questo strumento per la risoluzione delle controversie civili, il governo ha previsto anche alcune agevolazione fiscali come l’esenzione del verbale di conciliazione dall’imposta di registro sino all’importo di 50.000 euro, e il diritto per le parti, ad un credito d’imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all’organismo di mediazione.

Fonte: Consulenti del lavoro