Grandi opere: la giustizia

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La giustizia italiana sta male ed ha bisogno di un intervento radicale ed urgente. Questo l’allarme lanciato dal secondo Rapporto sulla Giustizia italiana, elaborato sulla base delle segnalazioni giunte in un anno al Pit Giustizia di Cittadinanzattiva. Quello che si presenta è un quadro preoccupante di un Paese in crisi: illegalità diffusa, scarsa efficienza della macchina amministrativa, spreco di risorse pubbliche e tagli indiscriminati alle prestazioni ed ai servizi (anche a quelle universali, sanità, scuola, giustizia); ritardi e carenze organizzative, strutturali e di personale, che producono diseguaglianze ed esclusione sociale. Questo stato di cose richiederebbe una giustizia efficiente, erogata in tempi ragionevoli ed accessibile a tutti i cittadini, non soltanto ai ricchi. Una giustizia in grado di rispondere tempestivamente alle diverse istanze provenienti dalla società Italiana: cittadini, famiglie, imprese. I diritti negati vanno restituiti ai cittadini. La giustizia, di fatto, non è un servizio universale. Non lo è per mancanza di informazioni (corrette, complete e preventive) su tutti gli strumenti a disposizione per risolvere i conflitti a costi sostenibili e con benefici certi, almeno nei tempi. Non lo è a causa dei costi elevati che lo rendono di fatto inaccessibile ai cittadini, oggi impoveriti dalla crisi economica. Non è un servizio universale, perché non garantisce un processo celere o di una ragionevole durata, offrendo questa possibilità solo a chi ha la fortuna di risiedere in una città piuttosto che in un’altra. Non è un servizio di qualità perché non consente, se sei un’impresa, di recuperare un credito per non fallire. Oppure di risolvere una controversia di lavoro o relativa ad una eredità contestata; di definire la diatriba sull’assegnazione della casa o dei figli in una causa di separazione. Non è adeguato a rispondere alla tutela delle vittime del reato di usura o di estorsione, di un errore medico o di speculazione immobiliare; a tutelare i cittadini dalla cattiva amministrazione di un territorio sul quale incombe una speculazione edilizia o l’uso improprio delle risorse pubbliche. Non è adeguato ad affrontare e perseguire ad “armi” pari, se non con grande sacrificio ed abnegazione da parte di magistrati, poliziotti e personale della giustizia, la criminalità organizzata che silenziosamente, complici colletti bianchi ed affaristi senza scrupoli, si infiltra appropriandosi delle maggiori risorse economiche del paese.
Certo, visto il quadro piuttosto negativo che viene fuori, occorre fare i necessari distinguo, e precisare che il Servizio giustizia ha anche delle eccellenze, magistrati diligenti e competenti, personale di qualità, così come la difesa dei cittadini viene garantita anche da avvocati corretti, disponibili e preparati. Purtroppo, la nostra giustizia a “macchia di leopardo” è quella che alla maggioranza dei cittadini proprio non serve avere. La Giustizia, una grande opera per far bene al paese! Ecco l’urgenza di trattare la Giustizia come una Grande Opera per il paese! Un piano straordinario per rafforzare il controllo di legalità sul territorio, soprattutto ma non solo al sud, e quindi prioritariamente: dotare di attrezzature e di tecnologie informatiche le sedi giudiziarie; arricchire le competenze della polizia giudiziaria e dei magistrati; qualificare sezioni dei tribunali per rispondere più celermente a specifiche e più ricorrenti domande di giustizia; aumentare l’organico laddove sia necessario; scongiurare la prescrizione dei reati e rendere certe le pene; rivedere la geografia giudiziaria chiudendo e accorpando tribunali e uffici di giudici di pace, ed altro ancora, per liberare risorse ed energie.

Mimma Modica Alberti
Coordinatrice nazionale Giustizia per i Diritti