Con una maggioranza solida al Senato e una vittoria di misura alla Camera, il governo è riuscito a respingere la sfiducia.
A Montecitorio i no hanno superato i sì per tre voti: 314 a 311. Due gli astenuti, 627 i presenti. Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato i 235 deputati del Pdl; i 59 della Lega, 11 di Noi Sud (non ha votato Antonio Gaglione); Francesco Nucara, Francesco Pionati, Maurizio Grassano , Gianpiero Catone, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo. A favore della sfiducia si sono espressi i 206 deputati del Pd; i 22 dell’Idv; i 35 dell’Udc; 31 di Fli (non ha partecipato al voto Silvano Moffa e come detto all’ultimo momento Siliquini e Polidori si sono schierate con il centrodestra); i 6 di Api; i 2 Liberaldemocratici; i 5 Mpa e Giorgio La Malfa, Giuseppe Giulietti, il rappresentante della Valle d’Aosta Rolando Nicco e Paolo Guzzanti. Astenuti infine i due esponenti della Svp. Come prassi non ha votato il presidente della Camera Gianfranco Fini. Nessuna sorpresa al Senato. Un applauso di una decina di secondi dai banchi del Pdl e della Lega nord ha salutato la proclamazione da parte del presidente Renato Schifani dei risultati sul voto di fiducia al governo Berlusconi, che ha visto prevalere con 162 voti favorevoli rispetto ai 135 contrari e agli 11 assenti sul totale di 308 votanti. Un voto segnato dall’assenza di tutti i sei senatori a vita.
Assediato dai suoi deputati il Cavaliere risponde con un sì a chi gli chiede se si aspettava questo risultato a Montecitorio. Silvio Berlusconi ha il volto tirato ma è soddisfatto, si annoda la cravatta e fa ‘due vasche’ nel corridoio dei passi perduti. Protetto da un cordone formato dai commessi di Montecitorio, il Cavaliere ha stretto la mano e salutato i deputati del Pdl che lo invocavano. ”Silvio sei forte!”, grida un parlamentare azzurro. Il premier si rivolge a Nunzia De Girolamo e si sfoga così: ”E’ fatta!”. Poi il premier si reca nella sala del governo e assicura: ”Sono sereno ora come lo sono sempre stato…”.
Parato il colpo il Pdl passa al contrattacco, e invita Gianfranco Fini a trarre le conseguenze con le dimissioni. Dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: ”Ora il presidente della Camera deve riflettere attentamente su quello che pacatamente gli abbiamo detto in aula”. “E’ stato sconfitto un disegno di destabilizzazione”, aggiunge poi. A questo punto “sono impossibili il governo cosiddetto di responsabilità o tecnico”. Il capogruppo spiega che la fase che si apre ora “si basa sul nucleo Berlusconi-Pdl e Lega che deve fare i conti con i problemi della società italiana e con i numeri”.
Fonte: Adnkronos