Alitalia: esposto alla Procura di Lecce

0
445

Lo scorso 9 dicembre l’avv. Francesco Toto nell’interesse degli azionisti, obbligazionisti e dei creditori ALITALIA ha depositato presso la Procura della Repubblica di Lecce un dettagliatissimo esposto sulla sciagurata operazione portata avanti da Berlusconi, all’epoca dei fatti candidato premier in pectore.
La denuncia segue l’azione civile già avviata presso il Tribunale Civile di Lecce e che vede protagonisti, oltre all’avv. Toto decine di altri azionisti difesi anche dall’avv. Francesco D’Agata che truffati dalla condotta tenuta dall’on. Berlusconi e dal Ministro dell’Economia e Finanze avevano deciso di intraprendere la via del risarcimento in sede civile che purtroppo al momento giace presso il suddetto Tribunale e presso la Corte d’Appello seguendo il percorso della normale lentezza della giustizia italiana, essendo state le altre parti attrici intervenute sorprendentemente delegittimate tramite l’estromissione dal giudizio principale con il conseguente smembramento del “processo civile” in più tronconi.
La denuncia ripercorre un excursus storico di tutti i passaggi attraverso una corposa raccolta documentale della stampa dell’epoca e dei documenti contabili di ALITALIA, riporta fedelmente tutta la vicenda a partire dalle dichiarazioni del Cavaliere che di fatto stoppò la cessione ad AIR FRANCE che era stata pianificata dal Governo Prodi e che a detta della stragrande maggioranza degli economisti avrebbe effettivamente salvato la compagnia di bandiera, riguarda i presunti reati di truffa in danno degli azionisti, obbligazionisti, creditori e dello stesso Stato Italiano, aggiotaggio, insider trading, favoreggiamento.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non può non sostenere la coraggiosa iniziativa dell’avv. Toto anche perché l’operazione che costituì un cavallo di battaglia di Berlusconi per la campagna elettorale alla vigilia delle importanti elezioni politiche del 12 e 13 aprile 2008, è costata alle casse dello Stato e quindi ad ognuno di noi contribuenti la bellezza di 6 miliardi di euro oltre interessi per non parlare delle successive ricadute occupazionali e della circostanza che non esiste più una vera e propria compagnia degli italiani essendo stata di fatto “donata” ad un manipolo di privati imprenditori che in quanto tali hanno ad interesse il proprio profitto.