Un importante primo passo verso la sperimentazione della cura Zamboni per la sclerosi multipla: e’ arrivata questa mattina la risposta dell’assessore regionale alla Sanità , Luciano Bresciani, all’interrogazione che il consigliere dell’Italia dei Valori Gabriele Sola, primo firmatario assieme ai colleghi Zamponi, Cavalli e Patitucci, ha presentato lo scorso 27 ottobre. Argomento, le intenzioni di Regione Lombardia circa i protocolli di sperimentazione di una nuova cura, tutta italiana, che permetterebbe di intervenire su una patologia correlata o addirittura scatenante la sclerosi multipla, l’insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI).
“Il metodo messo a punto dal professor Paolo Zamboni – spiega Sola – è attualemente oggetto di sperimentazione in Emilia Romagna e nel Lazio. Regione Lombardia, che si fregia di essere all’avanguardia nella sanità , non ancora. Per questo abbiamo chiesto quali fossero le intenzioni dell’assessore alla Sanità circa l’adozione di protocolli di sperimentazione”.
Bresciani ha confermato “l’interesse della Regione Lombardia sull’argomento” come si legge nella sua risposta (in allegato, assieme al testo dell’ITR) e informa del fatto che “la Regione ha informalmente ricevuto una richiesta di cofinanziamento per la consuzione dello studio presso le strutture partecipanti del proprio territorio, ed è in attesa di valutare il progetto esecutivo”.
“Prendiamo atto della risposta interlocutoria di Bresciani – prosegue Sola -. L’apertura della Regione è ancor più preziosa in vista dell’audizione del professor Zamboni, che abbiamo richiesto e ottenuto per il prossimo 12 gennaio. Ci auguriamo che un confronto diretto con il professore possa portare ad un’accelerazione dei tempi, visto che n umerosi malati vedono in questa cura la speranza di migliorare le loro condizioni di vita e le liste d’attesa, nelle poche strutture che fino ad oggi la praticano in Italia, sono lunghissime”.
“Aprire ad una sperimentazione nelle strutture sanitarie lombarde – prosegue Sola – eviterebbe anche costosi viaggi della speranza all’estero. E’ un dovere per tutti noi agire e farlo in fretta. I tempi lunghi della politica non vanno d’accordo con chi ha la sacrosanta fretta di stare meglio. Certo, non sta a noi decidere se la cura del professor Zamboni sia valida o meno, ma è nostro dovere aprire il dibattito in sede politica affinchè sia la sperimentazione a darci le opportune risposte”.
Gruppo Italia dei Valori
Consiglio regionale della Lombardia